Morte Margaret Spada, oggi l'autopsia per far luce sulle cause del decesso
Resta da chiarire se a provocare la morte della 22enne che si era sottoposta a un intervento di rinoplastica sia stata una reazione allergica all'anestesia o qualche altra sostanza somministrata. Nel frattempo emergono nuove testimonianze Sarà l'autopsia, effettuata al policlinico romano di Tor Vergata, a chiarire con esattezza le cause della morte di Margaret Spada, la 22enne originaria del Siracusano che ha perso la vita in seguito di un intervento di rinoplastica parziale. (Sky Tg24 )
Ne parlano anche altri giornali
L'ipotesi è che i medici volessero nascondere qualcosa (un loro errore?), ma è anche possibile che nella concitazione non volessero personale non medico nella stanza. Le immagini sono comunque testimonianza degli ultimi momenti prima che la 22enne perdesse conoscenza e si devono alla rapidità del ragazzo che ha capito dalla sala d'aspetto che qualcosa non stava andando correttamente. (Vanity Fair Italia)
Indagini sulla morte di Margaret Spada, la ragazza di 22 anni vittima di un intervento di rinoplastica. Lo studio medico a cui la giovane si era rivolta non aveva l’autorizzazione. Due gli indagati. Servizio di Beatrice Bossi. (TV2000)
Martina Veneruso, 26 anni, studentessa di Scienze motorie e istruttrice in provincia di Forlì Cesena, racconta sconvolta la sua esperienza di rinoplastica nello studio medico Procopio, ora al centro di un’indagine per omicidio colposo. (ilmessaggero.it)
Invece no. È stata portata in ospedale ma il suo cuore si è fermato. (Today.it)
Questa mattina a Storie Italiane su Ra1 si è tornati a parlare del caso di Margaret Spada, la 22enne morta durante un intervento di rinoplastica in una struttura di Roma, e arriva ai microfoni della trasmissione una nuova testimonianza: «Era un centro medico ma fondamentalmente era un ufficio con delle stanze, arrivando lì dentro si percepiva che non fosse un posto totalmente sicuro e professionale dal punto di vista medico era anche un po’ fatiscente», ha raccontato una donna che si era recata nell’ambulatorio ora sotto sequestro. (corriereadriatico.it)
Ma loro, padre e figlio, pare avessero continuato a farlo, nonostante l’ispezione dei Nas nel 2008 che quella mancanza di autorizzazione l’aveva messa nero su bianco. Lo studio medico dei Procopio non era autorizzato ad effettuare operazioni chirurgiche. (La Stampa)