Sammy Basso, la lettera per il funerale: «Che dono la vita, nessuna battaglia da combattere, solo tanto amore»

Sammy Basso ha vissuto la propria vita non solo con gioia, altruismo e impegno, ma anche con estrema lucidità e consapevolezza. Tant'è vero che aveva preparato un ultimo lungo saluto, in cui ha voluto condividere con tutti la propria esperienza e profonda gratitudine per "il dono della vita", precisando che tutto ciò che ha vissuto non è stata una "battaglia", ma «Una vita da abbracciare per com'era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica». (ilgazzettino.it)

Su altri giornali

Alle esequie del biologo 28enne, affetto da progeria e morto sabato sera per un malore, ci sono migliaia di persone, tra amici, anche famosi, e gente comune, sia dall'Italia che dall'estero. La dirett... (La Stampa)

Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. (la Repubblica)

L’avevo premiato due anni fa per il suo instancabile impegno a favore della ricerca. Lo ha detto il presidente della Camera Lorenzo Fontana, aprendo nell’Aula di Montecitorio l’evento “Rai: una grande storia italiana”. (OglioPoNews)

Sammy Basso, l'ultima lettera prima di morire: «Pensavo a come sarebbe stato il mio funerale. E mi spiace non potervi consolare»

La lettera di Sammy Basso a famiglia e amici letta ai funerali I ricordi degli amici di sempre (Virgilio Notizie)

Quello che poteva sembrare ostacolo insormontabile è diventato un serbatoio di dialogo quotidiano”. “Non si è mai fermato a recriminare per la sua malattia, anzi, ha saputo attraversarla fino in fondo con la ragione e con tutto se stesso, gettando lo sguardo oltre le apparenze. (la Repubblica)

L'ultima lettera di Sammy Basso, scritta nel 2017, quando aveva già in mente quale sarebbe stata la sua sorte. «Pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, e due cose non mi piacevano: non poterci essere e non poter consolare chi avrebbe partecipato». (ilmessaggero.it)