Puglia, incendiato il portone dell'europarlamentare Francesco Ventola di FdI: il suo racconto

«Desidero ringraziare tutte le persone che in queste ore stanno manifestando la loro vicinanza a me e alla mia famiglia. Ho voluto fare questo video per dimostrare a tutti che stiamo bene. È stata una bruttissima esperienza e continua ancora a esserlo perché, svegliarsi nel cuore della notte e non riuscire a respirare perché casa tua è piena di fumo è qualcosa che non auguro mai a nessuno, nemmeno al peggior nemico»: così, in un video postato su Facebook, Francesco Ventola, l'eurodeputato di Fratelli di Italia a cui la scorsa notte è stato incendiato il portone della sua abitazione a Canosa di Puglia, nel Barese. (Corriere TV)

Ne parlano anche altre testate

«Condanno con fermezza – afferma il Sindaco di Canosa di Puglia, dott. Vito Malcangio - il vile atto intimidatorio di questa notte ai danni dell'abitazione del consigliere comunale nonchè europarlamentare Francesco Ventola (CanosaWeb)

Un dinamica drammatica quella dell'attentato notturno (per fortuna senza feriti) all'europarlamentare di FdI Francesco Ventola. Nell'attentato persero la vita i fratelli Virgilio e Stefano Mattei, morti arsi vivi (Secolo d'Italia)

Sabrina e Francesco Ventola (buonasera24.it)

Molotov contro il portone, Ventola (FdI): "Non respiravamo per il fumo, è stato bruttissimo"

Leggi tutta la notizia "Ho sentito telefonicamente questa mattina Francesco Ventola per esprimere a lui e alla sua famiglia la mia vicinanza e solidarietà dopo l'atto intimidatorio subito nella notte. (Virgilio)

CANOSA DI PUGLIA (BARI) – «È stato un momento di panico assoluto», ha raccontato l’eurodeputato di Fdl Francesco Ventola. La sua abitazione, situata nel centro storico di Canosa di Puglia, è stata oggetto di un vile attentato incendiario. (Quotidiano del Sud)

Due minuti in cui i coniugi Ventola appaiono abbracciati e uniti, ringraziano chi ha manifestato loro solidarietà, si dicono fiduciosi nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, rassicurano sul loro stato di salute e su quello dei figli. (La Repubblica)