Editoriale. Le improponibili deportazioni promesse da Trump
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Donald Trump, a quanto trapela, non perde tempo nel concretizzare le sue promesse elettorali. Tra queste, si profila l’impiego di risorse del Pentagono, dunque in teoria destinate alla difesa, per realizzare il progetto di deportare tutti gli immigrati che vivono e lavorano degli Stati Uniti senza autorizzazione. Il neoeletto presidente ha alzato la posta: non ha soltanto rilanciato l’idea di completare il lungo muro con il Messico, ma intende anche sradicare ed espellere persone che si sono insediate negli Stati Uniti da molti anni, hanno trovato occupazione, pagato le tasse, costituito delle famiglie, a volte avviato delle imprese o intrapreso studi universitari. (Avvenire)
Se ne è parlato anche su altre testate
Ma in America queste elezioni non si sono decise sulla politica estera. Uno dei test fondamentali del Trump II sarà l’immigrazione, insieme con l’economia: due terreni che sono anche collegati fra loro. (Corriere della Sera)
Donald Trump ha promesso per tutta la campagna elettorale di realizzare «il più grande piano di rimpatri di massa della storia», espellendo dal Paese centinaia di migliaia di immigrati entrati illegalmente negli Usa. (Open)
Mentre il mondo attende ancora la voce di Kamala Harris dopo la bruciante sconfitta elettorale alle elezioni americane, le voci dall’Italia si sentono eccome. Sono quelle della società civile che non ha paura di posizionarsi e confrontarsi, sia pure a distanza, sui temi di propria diretta competenza. (Vita)
Lui sostiene che sono 20 milioni, e promette di deportarli tutti. Ma forse è una cifra eccessiva. (ilmessaggero.it)
NEW YORK – Il presidente eletto col supporto massiccio dei latinos (il 45 per cento, su del 13 rispetto al 2020) si prepara ad avviare la più grande deportazione di massa del Paese, con lo spettro di una vera caccia al clandestino che a suo dire coinvolgerà anche l’esercito e l’uso di fondi del Pentagono per costruire campi di detenzione in Texas dove rinchiudere chi verrà catturato. (la Repubblica)
Emettere nel primo giorno di insediamento una dichiarazione di emergenza nazionale, che potrebbe consentire di utilizzare fondi del Pentagono (anche per il muro al confine col Messico), strutture militari per la detenzione e aerei militari per le espulsioni: è l'ipotesi che i consiglieri di Donald Trump stanno valutando per realizzare la "più grande deportazione di ma… (L'HuffPost)