Migranti in Albania, Tavolo asilo: “Ancora propaganda”
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Ieri mattina, 28 gennaio, quarantanove migranti sono approdati nel porto di Shengjin, in Albania. In serata, il pattugliatore Cassiopea della Marina militare ha lasciato la costa per fare rientro in Italia con cinque di loro: quattro minorenni e un adulto giudicato vulnerabile. Le loro condizioni non erano infatti compatibili con la permanenza nei centri di accoglienza. Terzo tentativo Dopo l’arrivo della Cassiopea, i cinque sono stati sottoposti ai consueti controlli sanitari e identificativi nell’hotspot. (Collettiva.it)
Ne parlano anche altre fonti
Dopo due giorni, nessuno dei migranti aveva ancora conferito con un legale, alla faccia del diritto alla difesa, che sarebbe inviolabile. (Il Fatto Quotidiano)
Slitta a venerdì la decisione dei giudici della Corte d'appello di Roma che si pronunceranno sulla convalida dei trattenimenti di 43 dei 49 migranti arrivati dall'Italia martedì mattina all'hotspot di Shengjin, in Albania, a bordo del pattugliatore Cassiopea (Euronews Italiano)
Sei persone migranti portate in Albania dalla Marina militare sono già tornate in Italia. Per le altre 43, i giudici dovranno decidere se convalidare il trattenimento entro il pomeriggio del 31 gennaio. (Fanpage.it)
La gran fretta di imbastire questo terzo trasferimento in Albania, la corsa calpestando procedure, mandando in tilt le cancellerie e soprattutto compromettendo “irrimediabilmente” il diritto di difesa degli uomini trasferiti in Albania con la nave Cassiopea (La Stampa)
Si svolgeranno oggi, in Corte d'Appello a Roma, le udienze di convalida dei trattenimenti per 44 dei 49 migranti richiedenti asilo portati venerdì scorso nel Cpr di Gjader in Albania. Per 5 di loro, 4 minori e un soggetto vulnerabile, è stato già predisposto il rientro in Italia (Il Sole 24 ORE)
La mancanza di una certificazione individuale per ogni persona trasferita, uno screening medico effettuato da medici militari e poca chiarezza sugli strumenti utilizzati per l’accertamento dell’età: sono le nuove criticità emerse dall’ultimo trasferimento di 49 persone nel centro di Shëngjin, che dimostrano ancora una volta che il Protocollo Italia-Albania rappresenta un rischio per la salute delle persone migranti. (la Repubblica)