I trucchi di Maduro e il "nonno" che sfida il chavismo: chi è Edmundo González Urrutia

Per saperne di più:
Ucraina

Il Venezuela andrà al voto il 28 luglio di quest'anno. Settantatré anni, quattro nipoti e una passione per i pappagalli guacamaya: è questo il ritratto di Edmundo González Urrutia, l'uomo che vuole sfidare il sistema e diventare il prossimo presidente del Venezuela. "Edmundo, presidente per tutti", è il suo slogan assieme a continui inviti alla moderazione seppur nel solco della transizione. Perché "l'avversario va rispettato come tale e non come un nemico". (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

I vescovi L’importanza del voto in Venezuela è sottolineata dalla dichiarazione dei vescovi venezuelani dell'11n luglio scorso, che parlano delle elezioni come di "festa della democrazia" e invitano i cittadini del Paese a esercitare il loro diritto. (Vatican News - Italiano)

In particolare ad essere irritata è la delegazione del capitolo italiano della Rete in difesa dell’umanità, così come lo sono altri osservatori italiani, tra cui quelli della Rete dei comunisti che in parte si sovrappone in quanto i fondatori della REDH italiana, Luciano Vasapollo e Rita Nartufi, sono nenbri anche della Rdc. (Farodiroma)

Elezioni presidenziali in Venezuela, si vota domenica 28 luglio. In carica dal 2013, il leader vede la sua parabola volgere al termine: lo sfidante Gonzalez Urrutia è in vantaggio di oltre 20 punti nei sondaggi. (FIRSTonline)

Cosa resta di Chavez, Maduro ed ex golpisti alla battaglia finale

“Negli ultimi anni, il Venezuela ha attraversato uno dei periodi peggiori nella storia dei diritti umani del paese. (Amnesty International)

“Il destino del Venezuela dipende dalla nostra vittoria il 28 luglio. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 28 luglio, il Venezuela è travolto da tensioni politiche e censure mediatiche. (Nicola Porro)

In mezzo alle incertezze alimentate dalla guerra dei sondaggi, le aspettative riposte nelle elezioni di domani in Venezuela sono altissime, da una parte e dall’altra. E la ragione è chiara: per la prima volta dal 2013, i principali partiti di destra, che nel 2018 avevano optato per boicottare le presidenziali, presentano un proprio candidato, Edmundo González Urrutia. (il manifesto)