La guerra nel Movimento. Grillo attacca ancora e Conte guarda a Fico
Beppe Grillo non molla. A poche settimane dall’inizio della Costituente grillina (23-24 novembre), continua il cannoneggiamento contro Giuseppe Conte. È di ieri l’ultimo post, sibillino ("anche persone che pensiamo siano vere, sono false", la frase di chiusura) dove appare chiara la volontà di non uscire di scena e riprendersi la sua creatura politica. Il come, però, è una strada che appare, al momento, priva di sbocco. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Vorrei partire da una ricercatrice che aveva il sogno di portare in Parlamento la voce dei giovani di questo Paese che volevano veder riconosciuto il merito e fare carriera per le loro competenze, senza dover essere costretti a emigrare per aspirare a un lavoro dignitoso. (L'HuffPost)
Al netto dei botta e risposta al vetriolo ("il Ore di apprensione in casa 5Stelle per un futuro nero sulle ceneri di quello che fu il movimento anti-sistema fondato da Beppe Grillo. (Secolo d'Italia)
In un certo senso, è successo a Grillo quello che s'era già visto con Umberto Bossi: l'uno e l'altro sono riusciti a creare un movimento politico di successo, ma alla fine entrambi sono stati messi da parte (il Giornale)
Bisognerà rassegnarsi a vedere scomparire la parola “grillino” dal vocabolario della politica italiana? Resterà certo negli almanacchi dell’entomologia, quindi nessuna pena: niente svanisce, tutto si conserva. (la Repubblica)
Non è scontato arrivarci uniti, ma sembra più necessario che mai, anche perché una sconfitta per il centrosinistra significherebbe perdere una delle poche Regioni ancora non in mano alla maggioranza. (ilmessaggero.it)
Di Giovanni Ceriani Rompendo con Grillo, Conte evita la evaporazione del fenomeno grillino in un populismo astratto, metafisico ed indifferenziato (cioè inutile), e di contro lo curva ostinatamente e più efficacemente in senso populista-progressista, ovvero schierato dalla parte debole della società. (Il Fatto Quotidiano)