Rivista la crescita: l’Istat aggiunge 100 miliardi al Pil
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La traversata del deserto è durata ben quindici anni. Tanti ce ne sono voluti per riportare il prodotto interno lordo sopra il livello raggiunto nel 2008, l’anno del fallimento di Lehman Brothers che ha dato avvio alla grande crisi finanziaria. Ieri l’Istat ha pubblicato l’attesa revisione del Pil, comunicando che il valore del prodotto interno lordo a prezzi di mercato del 2023, è arrivato a 2.128 miliardi di euro. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre fonti
L’attesa revisione dei conti economici nazionali 1995-2023 diffusa ieri dall’Istat regala più di una soddisfazione sul terreno strutturale, anche se come da previsioni (Sole 24 Ore del 12 settembre) delude chi, fuori dal ministero dell’Economia, aspettava da lì un qualche aiuto decisivo per il piano di bilancio in calendario venerdì mattina dopo il rientro della premier Meloni in Italia, e soprattutto per la manovra in costruzione. (NT+ Enti Locali & Edilizia)
Sono troppi e troppo diffusi gli appetiti di partiti e ministri per non tenere il freno a mano tiratissimo in questa fase di messa a punto della legge di Bilancio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il ministero dell’Economia, alle prese con la prima manovra col nuovo Patto di Stabilità Ue, da giorni tratta la revisione dei conti nazionali dell’istituto di statistica come un vigile il luogo di un incidente stradale, eppure qualcosa … (Il Fatto Quotidiano)
Tesoretti all’orizzonte non se ne vedono, perciò trovare le coperture per una manovra da 25 miliardi resta molto complicato. È lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ad ammettere che «la revisione dei dati comunicati dall’Istat è di lieve entità, non cambiano i principi e il quadro del Piano strutturale di bilancio». (La Stampa)
Ma ciò che preoccupa di più è il debito pubblico. «La revisione Istat non migliora i margini della legge di Bilancio, che erano e restano pochi. (La Stampa)
La revisione Istat dei conti nazionali 2021-2023 ha portato notizie positive per l'economia italiana, ma non tali da indurre il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a metter da parte la sua proverbiale prudenza. (il Giornale)