Tragedia sul lavoro a Calenzano: esplosione al deposito Eni causa morti e dispersi
Un sibilo quasi impercettibile. L’aria che si fa bollente in una frazione di secondo. Poi le fiamme. Una palla di fuoco (fireball) si materializza dal nulla. E come se avesse vita propria divora, dilania e distrugge tutto ciò che trova sulla sua strada. Una nuova tragedia sul lavoro si è consumata in provincia, questa volta a Calenzano, nel deposito Eni di via Erbosa, un ingrosso di carburanti che rifornisce i distributori di benzina di una grossa fetta del centro Italia. (LA NAZIONE)
Se ne è parlato anche su altri media
Una palla di fuoco ha provocato la deflagrazione che ha investito le strutture del deposito stesso e poi, con l’onda d’urto, ha danneggiato edifici nel raggio di molte centinaia di metri. (LA NAZIONE)
Il deposito petrolifero ENI di Calenzano, che ieri è stato teatro di una violenta esplosione, che ha provocato morti e feriti, era considerato un'impianto ad alto rischio d'incidente dal 1976. "Se avvenisse un incidente rilevante, incendio o esplosione, sarebbe tagliata in due l'Italia, oltre ai danni prioritari per persone e lavoratori", aveva scritto l'ente. (Il Giornale d'Italia)
Ditte da altre città della Toscana. – Una Babele. (LA NAZIONE)
Ma il deposito Eni ha fatto il «salto di qualità» nel 1971, con l’arrivo del primo oleodotto dalla raffineria di Livorno, ed è uno degli impianti a rischio industriale nella Provincia (e poi della Città metropolitana) di Firenze, accompagnato da anni dalle polemiche sulla sicurezza, come la segnalazione fatta nel 2020 da Medicina Democratica. (Corriere Fiorentino)
L'incidente ha causato la morte di quattro persone, con 14 feriti, alcuni dei quali ancora ricoverati in condizioni critiche. Questo mostra il momento esatto dell'esplosione avvenuta il 9 dicembre 2024 nel deposito Eni di Calenzano, comune in provincia di Firenze. (Il Giornale d'Italia)
La grande sala al quarto piano del Palazzo degli uffici comunali di piazza Gramsci di solito ospita iniziative, conferenze, convegni, a volte anche attività più leggere e di aggregazione. Ieri, però, la sua funzione ordinaria è decisamente cambiata in modo inaspettato e drammatico. (LA NAZIONE)