Con l’arrivo di Trump e l’uscita di Scholz le stelle si allineano
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A Berlino, si sono dimessi i ministri FDP (Partito Liberal-Democratico), incluso il ministro delle finanze Christian Lindner. Sicché, al cancelliere Olaf Scholz, restando l’appoggio soltanto della propria SPD e dei Verdi, tocca proporre lui stesso un voto di fiducia al Bundestag, perderlo e dimettersi. L’unica residua incertezza è se le prossime elezioni federali saranno convocate per gennaio, o per marzo. (Nicola Porro)
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La coincidenza illumina uno scenario che va ben oltre la rissa permanente che ha funestato la cosiddetta coalizione semaforo (Spd, Verdi ed Fdp) da quando, nel novembre dello scorso anno, la Corte costituzionale vietò l’impiego dei 60 miliardi di crediti stanziati per la crisi pandemica nel programma di riconversione ecologica del paese, aprendo una voragine finanziaria e scatenando un conflitto senza esclusione di colpi nel governo. (il manifesto)
Il 6 novembre, Scholz ha annunciato che si sottoporrà al voto di fiducia il 15 gennaio, scenario che potrebbe portare alle elezioni a marzo. Il cancelliere, Olaf Scholz, ha nominato al posto dell’ex alleato uno dei suoi più stretti collaboratori, Jörg Kukies. (Il Sole 24 ORE)