Nomine Ue, bis di Von der Leyen, Costa al Consiglio europeo, e Kallas Alto rappresentante, Italia si astiene su Ursula e dice no agli altri due

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Morti sul lavoro

Dal Consiglio europeo è arrivato il via libera per le nomine, che già tutti sapevano: bis di von der Leyen alla Commissione. Antonio Costa al Consiglio Ue e Kaja Kallas Alto rappresentante della politica estera. Una partita da cui l'Italia è stata lasciata fuori, e che a torto o ragione, ha preso le sue contromisure. Astensione su von der Leyen e bocciatura per Costa e Kallas. Per Salvini trattasi di un "colpo di stato". (Il Giornale d'Italia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

. Con loro possiamo andare avanti velocemente e bene", sottolinea. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

L’azzardo di Giorgia Meloni porta l’Italia ai margini dell’Unione europea, in una posizione persino più radicale di quella di Viktor Orban, il ribelle per eccellenza, che almeno un sì lo ha pron… E il rischio isolamento? «Il ruolo dell’Italia non è accodarsi». (La Stampa)

Giorgia Meloni vota infatti contro Costa e Kallas e decide di astenersi su von der Leyen. La decisione sui top jobs è presa ma senza il sì dell’Italia. (Il Sole 24 ORE)

Unione europea, le nomine: bis per Von der Leyen, Costa guiderà il Consiglio, Kallas agli Esteri. L’accordo nonostante il “no” di Meloni (astenuta su Ursula)

Nella notte in cui il Consiglio europeo dà il via libera alle nuove cariche apicali dell'Unione europea, Giorgia Meloni si astiene sulla riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea e vota no alla designazione del socialista portoghese Antonio Costa come presidente del Consiglio europeo e della liberale estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli affari esteri della Ue. (Adnkronos)

Ad esempio la rabbia di Giorgia Meloni, che si traduce in promesse (vane) di riscossa alla vigilia del Consiglio europeo: questa notte – fa trapelare - li farò ballare. BRUXELLES — Nulla è come sembra, al tavolo delle nomine di Bruxelles. (la Repubblica)

Dopo una lunga giornata di trattative, alla fine le nomine sono passate nonostante la volontà dell’Italia: la premier Giorgia Meloni ha votato “no” a Kallas e Costa mentre si è astenuta su von der Leyen, confermando la volontà di non rompere con la presidente della Commissione. (Il Fatto Quotidiano)