Intervista a Gipi. Charlie Hebdo, l’Islam, la libertà. E la paura (di N. Mirenzi)
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“Penso che la reazione che abbiamo avuto di fronte alla strage di Charlie Hebdo non sia stata sufficiente. Ci siamo tutti proclamati coinvolti in prima persona, scrivendo #JeSuisCharlie sui social network, ma sul lungo periodo non abbiamo alzato un argine inscalfibile contro la minaccia che è stata lanciata. Non c’è stato un radicamento profondo della convinzione che la … (L'HuffPost)
Se ne è parlato anche su altre testate
Parigi ricorda l'attentato al giornale satirico Charlie Hebdo, che 10 anni fa sconvolse la Francia e l'Europa. Il giornale anarchico e anticlericale, nato nel 1970 dalle ceneri della rivista Hara-Kiri, era stato bersaglio di minacce jihadiste dopo la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto nel 2006. (La Stampa)
Quel giorno, esattamente 10 anni fa, la disegnatrice Corinne Rey viene costretta ad aprire le porte della redazione da alcuni membri della branca yemenita di Al-Qaeda che causeranno decine di vittime dentro e fuori quelle mura. (RSI)
Oggi la Francia ricorda la strada con le commemorazioni in rue Nicolas-Appert (dove nel 2015 aveva sede Charlie Hebdo), in boulevard Richard Lenoir, dove il poliziotto Ahmed Merabet fu ucciso dai fratelli Kouachi in fuga e davanti al negozio Hypercasher a Porte de Vincennes, ma il Paese non è solo a ricordare la strage. (RSI)
Con un numero speciale il settimanale satirico ricorda la strage qaidista del 7 gennaio 2015 (Primaonline)
L'Europa, in quei giorni, caracolla sotto choc e poi si raduna attorno a quel che resta della redazione al grido di "Je suis Charlie". (il Giornale)
In un vecchio saggio (ma poi mica tanto: è del 2018) di Luciano Canfora, La scopa di don Abbondio (Editori Laterza), il sottotitolo “il moto violento della storia” si adatta perfettamente alla data del 7 gennaio, ricorrenza di uno degli eventi più drammatici delle nostre cronache, quella del massacro di Charlie Hebdo, giusto dieci anni fa, il fatidico 2015, il momento in cui noi tutti percepimmo come certe forze politiche oscurantiste presero il sopravvento in Francia, ma anche in larga parte d’Europa e del mondo, gettandoci in un cupo fatalismo (che in certi Paesi, come l’Italia, si è tradotto nell’assenteismo elettorale). (Il Fatto Quotidiano)