Hey Joe
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Chissà se Claudio Giovannesi, quando ha scritto Hey Joe con Maurizio Braucci, ha pensato a Madama Butterfly. Nella celebre opera di Puccini un ufficiale americano sposava, non per sentimento ma per diletto, una giapponese. Lui poi salpava per gli Stati Uniti, lasciando la giovane a struggersi d’amore. Quando il militare sbarcava di nuovo nella terra del Sol Levante (questa volta con la moglie americana) voleva solo riavere suo figlio, spingendo la consorte orientale verso un tragico destino. (cinematografo.it)
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Ma anche coloro che la porta di casa l’hanno raggiunta nuovamente, feriti nell’animo, nella memoria e ancora sui corpi, tappezzati di cicatrici, che un po’ ricorderanno la morte e un po’ ricorderanno l’amore. (The Hot Corn Italy)
"Hey Joe" di Giovannesi con James Franco: "La barriera linguistica è una metafora della vita" (La Stampa)
Voleva l’ineffabile Alexander Pope, “il mare unisce i paesi che separa”. (Il Fatto Quotidiano)
ROMA – Napoli, James Franco, il set e quella storia: al nostro Hot Corner della Festa del Cinema di Roma, ecco Francesco Di Napoli che in questa conversazione con Dario Cangemi racconta “Hey Joe” di Claudio Giovannesi (The Hot Corn Italy)
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Continua Franco: «Il mio personaggio è un disastro, un alcolizzato. «La differenza di lingua esprime ulteriormente la barriera che esiste tra padre e figlio», racconta l'attore 46enne, che in Italia ha deciso di vivere per gran parte dell’anno, «Sto invecchiando, ma spero di diventare padre. (Vanity Fair Italia)