Morto lo storico Lucio Villari, il ministro Giuli: "Generazioni di studenti si sono formati sui suoi manuali"
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Domenica sera è morto lo storico italiano Lucio Villari all'età di 91 anni: l'annuncio della scomparsa è avvenuto nelle scorse ore da parte della famiglia, i figli Alberto e Anna e la moglie Fausta Cataldi. Come riporta il Corriere della Sera, uno dei quotidiani con cui Villari ha collaborato negli anni, l'uomo era ritornato a Roma dopo alcuni impegni di lavoro e lo scorso venerdi avrebbe battuto la testa: un incidente rivelatosi fatale nelle ore successive. (Fanpage.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Studioso specializzato nel periodo tra Settecento e Novecento, aveva concentrato il suo lavoro soprattutto sull'Europa e Stati Uniti, indagando in particolare la Rivoluzione francese, la nascita e l'affermazione del capitalismo e l'Italia del Risorgimento, dedicando allo stesso tempo una specifica attenzione all'influenza del pensiero politico di Niccolò Machiavelli: lo storico Lucio Villari, uno degli ultimi grandi maestri della sua generazione, è morto nella serata di domenica 16 marzo all'ospedale Gemelli di Roma all'età di 91 anni. (Il Lametino)
Saggista specializzato nel periodo tra il Settecento e il Novecento e autore insieme al fratello Rosario di un manuale per le scuole medie su cui hanno studiato generazioni di studenti. ROMA – È morto ieri sera, all’età di 91, lo storico Lucio Villari (Tempo Stretto)
Il messaggio del nipote "Zio Lucio non c'è più – scrive sui social il nipote Francesco – l'ultima colonna portante della nostra famiglia ci ha lasciati a poche settimane dalla scomparsa dell'amata sorella, la nostra meravigliosa Mirella. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La forza della pacatezza. Un modo d’essere apprezzato ben oltre il recinto degli specialisti. (La Stampa)
Addio Lucio Villari, storico e divulgatore indimenticabile Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
“E’ morto un grande amico del Circolo Rhegium Julii. Scrive così Giuseppe Bova, presidente dell’omonima associazione reggina. (StrettoWeb)