Israele attacca le basi Unifil, colpite le postazioni italiane: cosa è successo?. «Vogliono liberarsi di testimoni scomodi»

Spari contro la missione Onu. Spari contro gli italiani che sono schierati in quel fazzoletto di Medio Oriente per garantire la pace o, quanto meno, la stabilità. «Restiamo, non ce ne andiamo, facciamo il nostro dovere, ma ora è dura». Le voci rimbalzano dal Sud del Libano, dove un migliaio di militari italiani ha un ruolo di primo piano nel contingente Unifil nella line blu, la divisione tra l’area occupata da Hezbollah e Israele (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altre testate

“Atto ingiustificabile”, la reazione dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, che in un messaggio affidato al canale X condanna quello che definisce un’azione “inammissibile”. (EuNews)

Libano, Crosetto: "Gli atti ostili di Israele contro Unifil potrebbero costituire crimini di guerra" (La Stampa)

I nostri caschi blu monitrano la situazione dalla sala operativa a della nostra base a Shama. «Sono stati colpiti mezzi e telecamere di sicurezza, ma nessun italiano è coinvolto nell'attacco. (ilmessaggero.it)

Libano, Crosetto: "Gli atti ostili di Israele contro Unifil potrebbero costituire crimini di guerra"

Protesta formale dell'Italia con Israele dopo che il quartier generale e due basi italiane dell'Unifil nel sud del Libano sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell’esercito di Tev Aviv. (Adnkronos)

In particolare sono state prese di mira le basi italiane 1-31 e 1-32A lungo la linea di demarcazione, oltre al quartier generale di Naqura. C’è apprensione e preoccupazione per i militari italiani che fanno parte della missione Unifil in Libano che è guidata dalla Brigata Sassari dopo che tre basi sono state colpite dall’esercito israeliano . (SardiniaPost)

A poche ore dall’attacco israeliano alle basi Unifil, il ministro della Difesa Guido Crosetto ribadisce il senso della presenza italiana. La mia idea, e quella del governo, è di cercare di far prevalere gli spazi di pace». (Corriere Roma)