Governo, stazioni green rinviate
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Ultim'ora news 4 settembre ore 20 Pit-stop tecnico per il ddl carburanti. La disciplina per il riordino del settore e la ristrutturazione della rete nazionale è rimasto, a sorpresa, fuori dal consiglio dei ministri di mercoledì 4 settembre a dispetto di quanto indicato dall’ordine del giorno diramato alla vigilia del vertice: «Servono ulteriori approfondimenti», è il messaggio trapelato da Palazzo Chigi al termine della riunione. (Milano Finanza)
Ne parlano anche altre testate
La riforma della rete di distribuzione dei carburanti è carente e "non prevede la chiusura di 7-8mila impianti, le nuove regole più stringenti si applicherebbero solo ai nuovi e non ai vecchi impianti, sulla transizione ecologica le colonnine elettriche verrebbero impiegate solo sui nuovi impianti e non sulla rete esistente mentre i vecchi impianti devono essere rafforzati con l'elettrico e alternative". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Le organizzazione dei gestori degli impianti avevano minacciato la serrata di tutti gli impianti. Con manifestazioni contro quella che definiscono “la più incauta e peggior riforma da quando in questo paese sono cominciati i rifornimento ai veicoli“. (Vaielettrico.it)
Le proteste dei benzinai bloccano la riforma della rete di distribuzione dei carburanti. Il disegno di legge era pronto e atteso all’esame del consiglio dei ministri di mercoledì dopo oltre un anno di confronto con gli operatori del settore al ministero delle Imprese e del made in Italy. (Il Fatto Quotidiano)
Minacciano scioperi e chiusure «nel corso delle prossime elezioni regionali».«La riforma è slittata in attesa di nuovi approfondimenti». I gestori contrari alla legge che intende incentivare l’elettrico e il carburante bio. (La Verità)
La riforma sui carburanti avrebbe dovuto essere il piatto forte del menu di Palazzo Chigi, rispetto ai balneari dati in bilico. Invece la prima, la cui regia è affidata al ministro Adolfo Urso, è stata rinviata in vista di “ulteriori approfondimenti”. (LA NOTIZIA)
Ma il sistema italiano della distribuzione carburanti, che poggia su poco più di 22mila punti vendita sulla rete stradale ordinaria e 450 su quella autostradale, necessita ormai da tempo di un riassetto che metta ordine tra inefficienze ed eccessiva parcellizzazione degli impianti. (Il Sole 24 ORE)