IRON MAIDEN: il comunicato della band dopo la morte di Paul Di’Anno
Dopo la notizia di oggi circa la morte a 66 anni del cantante storico degli IRON MAIDEN, Paul Di’Anno, la band ha condiviso il seguente comunicato: “Lunedì 21 ottobre 2024 Siamo tutti profondamente addolorati nell’apprendere della scomparsa di Paul Di’Anno. Il contributo che ha dato Paul agli IRON MAIDEN è stato immenso e ci ha aiutato a prendere quella strada che abbiamo percorso per quasi cinquant’anni. (metalitalia.com)
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L'ex cantante degli Iron Maiden Paul “Di'Anno” è morto all'età di 66 anni nella sua casa di Salisbury, Wiltshire. "A nome della sua famiglia, Conquest Music è triste nel confermare la morte di Paul Andrews, conosciuto professionalmente come Paul Di'Anno", si legge nel comunicato. (RaiNews)
PAUL DI’ANNO (17.05.1958 – 21.10.2024): RUNNING FREE Paul Di’Anno (nato Paul Andrews) per molti è stato una figura mitica, soprattutto perché pochi possono dire e ricordarsi di averlo visto in azione con gli Iron Maiden tra il 1978 e il 1981. (Rock Hard Italy)
Aveva 66 anni. Poi, su Facebook, è arrivato anche l'addio social degli Iron Maiden. (Io Donna)
Il 66enne era malato da tempo ed in sedia a rotelle, ma nonostante ciò non aveva abbandonato il palco: nel 2023 infatti si era anche esibito in concerto in Italia, ma nel complesso sono circa un centinaio i live che ha fatto in tutto il mondo. (Il Giornale d'Italia)
È morto all'età di 66 anni Paul Di'Anno, primo frontman degli Iron Maiden. "Nonostante sia stato turbato da gravi problemi di salute negli ultimi anni - scrive la casa discografica Conquest Music sulla propria pagina Facebook - che lo hanno limitato a esibirsi su una sedia a rotelle, Paul ha continuato a intrattenere i suoi fan in tutto il mondo, accumulando ben oltre 100 spettacoli dal 2023". (RaiNews)
È stata la sua casa discografica, la Conquest Music, ad annunciare il decesso. «Nato a Chingford, East London, il 17 maggio 1958, Paul è arrivato alla ribalta come cantante della band inglese heavy metal Iron Maiden tra il 1978 e il 1981. (Vanity Fair Italia)