Il passo inatteso di Netanyahu
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Un’euforia da Guerra dei Sei giorni sembra aver conquistato tanti israeliani, anche se i giorni combattuti contro Hamas a Gaza sono ormai 359 e da uno in meno va avanti lo scontro ora totale con l’Hezbollah libanese. Di sicuro ha catturato quelli ai vertici, con i consiglieri di Benjamin Netanyahu che diffondono la foto del primo ministro seduto al telefono «per approvare l’attacco» ad Hassan Nasrallah, mentre la decisione era già stata presa prima della sua partenza per New York dove ha partecipato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Corriere della Sera)
Su altri media
Nei giorni scorsi diverse delegazioni hanno lasciato l’aula prima che intervenisse all’ONU Netanyahu. (Radio Radio)
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incoraggiato i cittadini iraniani a voltare le spalle ai loro leader, in un video messaggio con una chiara sfumatura di guerra psicologica. Chiedete a Mohamed Deif. (Gazzetta del Sud)
E se nell’anno passato si è impegnato, ma solo a parole, a fermare o a contenere l’escalation israeliana contro i palestinesi a Gaza, ora non muoverà un dito per impedire la nuova guerra. «Sono al corrente delle notizie e vorrei che si fermassero», ha risposto Joe Biden ai giornalisti che ieri lo incalzavano sull’imminente invasione israeliana del Libano del sud. (il manifesto)
Un anno dopo l’incredibile azione partita da Gaza, che portò alla morte di 1200 e al rapimento di circa 250 civili israeliani, un anno dopo la più incredibile e clamorosa sconfitta strategica e d’immagine mai subita da Israele in casa propria, e per mano delle truppe non proprio addestratissime ed equipaggiatissime di Hamas, Netanyahu ha voluto presentarsi all’appuntamento dell’anniversario con uno scalpo pesante, capace di oscurare il ricordo di quella clamorosa defaillance, di far passare in terzo piano le proteste di familiari e amici dei rapiti, di derubricare perfino ad argomento della propaganda avversaria il ricordo – già timido di suo, nella società israeliana – delle decine di migliaia di civili uccisi a Gaza dall’esercito d’Israele, con ogni probabilità responsabile – assieme ai suoi vertici politici – di crimini di guerra che come tali non passeranno mai in giudicato, a proposito di memoria. (GLI STATI GENERALI)
Non era mai accaduto e non è tollerabile. Ci riferiamo all’atteggiamento del governo Netanyahu nei confronti delle Nazioni Unite. (articolo21)
Il politologo Vittorio Emanuele Parsi interpreta quanto sta accadendo in Medio Oriente, dove ieri l’Iran ha lanciato missili balistici su Israele, come conseguenza della strategia di guerra del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ma anche della passività della comunità internazionale. (La Nuova Venezia)