Netanyahu, comunità internazionale divisa dopo il mandato dell'Aia: l’insolito asse Usa-Cina
La decisione della Corte dell’Aia divide la comunità internazionale ma compatta la popolazione israeliana. Il mondo si interroga sul mandato di cattura internazionale spiccato dalla Cpi contro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant per crimini di guerra, ma nel paese anche i più strenui oppositori del premier respingono l’equazione che assimila la posizione del loro capo di governo a quella dei terroristi di Hamas (ilmessaggero.it)
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«Tutti gli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma (che istituisce la Corte penale internazionale, ndr), inclusi tutti gli Stati membri dell’Unione europea, hanno l’obbligo di eseguire i mandati di arresto emessi dalla Corte», dice un portavoce della Commissione europea, ribadendo la posizione espressa a caldo dall’alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell. (Corriere della Sera)
Perché se gli Usa hanno già definito “folle” il mandato d’arresto per “crimini di guerra”; se l’Ungheria s’è schierata al fianco di Bibi; se l’Olanda, l’Irlanda, la Slovenia e Cipro si sono già mostrate con le manette in mano; nel mezzo del cammin di nostra indecisione ci sono ancora Francia, Germania e ovviamente Italia. (Nicola Porro)
Tra questi c'è anche l'Italia, dove Matteo Salvini ha già chiarito che per lui il mandato non dovrebbe essere applicato. L'esperta di diritto internazionale Micaela Frulli ha spiegato a Fanpage.it cosa può succedere ora. (Fanpage.it)
Così parla Assaf Gavron, 55 anni, una delle voci più originali della nuova narrativa israeliana, autore di sette romanzi tradotti in numerose lingue: in Italia Giuntina ha pubblicato … LONDRA — «Troppo comodo per Netanyahu respingere il mandato di arresto accusando il tribunale dell’Aia di antisemitismo. (la Repubblica)
Il leader della Lega fa eco a Orbán e attacca: «È una scelta politica». Il premier ungherese: «Per Netanyahu qui garantisco la sicurezza» (Open)
È di umore tetro, Giorgia Meloni. L’ennesima fuga in avanti di Matteo Salvini sulla Corte penale internazionale che ha dichiarato Benjamin Netanyahu criminale di guerra — «Se venisse in Italia sarebbe il benvenuto» — l’ha fatta andare su tutte le furie. (la Repubblica)