Regionali Liguria, lo scorpione Renzi punto dallo scorpione Paita

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

“Quando l’Agnello aprì il Settimo Sigillo, nel cielo si fece silenzio e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe”. In questo scenario apocalittico, metafora delle elezioni regionali liguri viste dal sedicente “campo largo”, rivelatosi un “campo minato”, ormai molti cadaveri politici galleggiano nelle acque marine del golfo. Innanzitutto il settimo dei sigilli – intesi come liste elettorali – che, secondo il capo cordata del centro-sinistra light Andrea Orlando, avrebbe assicurato una copertura preziosa all’operazione presunta vincente; in quanto modello “zattera della medusa” che raccatta e imbarca tutti. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Questa volta a farla da protagonista è la Liguria, prima regione al voto del trittico autunnale (con Umbria ed Emilia- Romagna) e sulla quale dopo un lungo peregrinare il centrosinistra aveva trovato l’intesa sul nome dell’ex ministro della Giustizia dem Andrea Orlando, sostenuto da Pd, M5S, Avs, Azione e Iv. (Il Dubbio)

Alla fine, in Liguria non ci saranno renziani nel centrosinistra. Non solo non ci sarà il simbolo di Iv appaiato a quelli di Pd e M5S, ma neppure la lista centrista che era piena di esponenti vicini a Renzi, alcuni sostenitori del sindaco di Genova Marco Bucci, che è anche il candidato delle destre per la Regione. (il manifesto)

“Lasciamo piena libertà di voto” dice Raffaella Paita, plenipotenziaria del partito voluto e guidato da Matteo Renzi. La coerenza dell’incoerenza. (Primocanale)

Ufficialmente a essere naufragata è l’intesa in Liguria, a sostegno della candidatura dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. In realtà, a finire prima ancora di cominciare è l’alleanza che avrebbe dovuto consent... (La Verità)

"In Liguria - prosegue - il M5S ha fatto una promessa e l'ha mantenuta. "In Sardegna abbiamo vinto non solo perché Alessandra Todde è bravissima, ma anche perché il progetto costruito era serio e credibile. (Telenord.it)

È amareggiato ma anche battagliero, ribadisce l’appartenenza al centrosinistra ma entra a gamba tesa sul M5S, colpevole d’aver voluto dare le carte in Liguria dribblando pure il Pd. Alla fine è stato il veto ligure del M5s a far abbandonare la contesa a Matteo Renzi: «È rottura, siamo fuori dalla campagna elettorale». (ilmessaggero.it)