Ndrangheta, il giovane Rocco Molè dopo l'omicidio dello zio nel 2008, lasciò il programma di recupero per i minori

Il clan Molè, secondo la Dda reggina, si sarebbe allargato nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, dove avrebbe impiantato i metodi classici della ‘ndrangheta, con mire espansionistiche sulla Svizzera

Rocco Molè, 26 anni, indicato dagli inquirenti come capo dell’omonimo clan ‘ndranghetista nell’ambito del blitz che stamani ha portato all’arresto di oltre 100 persone in tutta Italia (36 dei quali disposti dalla Dda di Reggio Calabria) è stato per 3 anni, quando ancora era minorenne, a Torino in una struttura di recupero gestita da “Libera” nell’ambito del progetto “liberi di scegliere” promosso dall’autorità goudiziaria minorile per il reinserimento nella società dei figli dei boss mafiosi. (Approdo Calabria)

Ne parlano anche altri giornali

Doveva diventare il capo, Rocco Molè. Tra i dialoghi all’attenzione della Pg ce n’è uno tra Antonino Pesce, classe 93 e Rocco Molè (Corriere della Calabria)

Prima di diventare il capo incontrastato di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta del mondo, egemone nella piana di Gioia Tauro, snodo del traffico internazionale di cocaina, Rocco Molè, 26 anni, terza, forse quarta, generazione di un casato mafioso che ha scritto la storia della più potente organizzazione criminale del mondo, aveva trascorso tre mesi a Torino con l’associazione Libera contro le mafie (La Stampa)

Lo ha il prefetto Francesco Messina, Direttore centrale anticrimine, durante la conferenza stampa dell’operazione “Nuova Narcos Europea” contro la cosca Molé, condotta dalla squadra mobile e dallo Sco con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria (Quotidiano online)

Non è bastata infatti la parentesi con Libera di don Ciotti per recidere i legami con la famiglia, per allontanarlo da quelle dinamiche e fargli cambiare vita. Se no entro dentro casa e gli taglio il cuore", dice Rocco Molè intercettato mentre parla del recupero sfumato di un carico di cocaina al porto di Livorno. (Today)

Ma il sospetto che mai fosse riuscito a tranciare il legame con le radici mafiose del casato a cui apparteneva, aleggiava come un fantasma su quella promessa di redenzione: «Poteva cambiare, ma è stato risucchiato nel vortice della sua famiglia», dicono al quartier generale dell’associazione, a Torino (La Stampa)

Lo ha rivelato il capo della Procura DDA di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria per illustrare i dettagli sull'operazione «Nuova Narcos Europea» (Gazzetta del Sud - Edizione Reggio Calabria)