Quando la tregua somiglia a una resa

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Corriere della Sera ESTERI

S’invoca la tregua in Ucraina. Nel suo romanzo «La tregua», Primo Levi la descrive come «una parentesi di illimitata disponibilità, un dono provvidenziale», la sospensione del proprio destino in attesa di ricominciare una vita «normale». La tregua non risolve un conflitto, è solo un senso di requie e di speranza. Ma quale speranza s’intravede nei negoziati fra Trump e Putin? Più che una tregua sembra una resa. (Corriere della Sera)

Su altri media

Ucraina, Tocci: "Putin non vuole il cessate il fuoco a breve. Ecco due possibili reazioni di Trump" (La Stampa)

Un cessate il fuoco di un mese che favorisca le trattative. Gli Stati Uniti e la Russia si pongono come obiettivo vicino forse entro Pasqua, forse più in là la tregua in Ucraina. (Il Roma)

L’incontro di Gedda tra ucraini e americani e la recente telefonata tra Trump e Zelensky hanno ricondotto le relazioni tra i due governi su un binario più accettabile, sebbene nel quadro di una sempre più accentuata subordinazione di Kyiv. (Avvenire)

L'inviata Carlotta Ricci L'accordo per la tregua nel Mar Nero tra Russia e Ucraina. (RaiNews)

Sarà, davvero, pace? Di più, sarà una pace duratura? Soprattutto, da quali strade (leggi concessioni) passerà un’eventuale intesa «totale» fra Russia e Ucraina? Mentre il presente racconta di un accordo – a guida statunitense – per una navigazione sicura nel Mar Nero, con il Cremlino che spinge per la rimozione di alcune sanzioni occidentali, il passato rimanda a Minsk I e II. (sbilanciamoci.info)

Quando si fa politica, le parole scorrono in libertà. Quando si deve passare dalle parole ai fatti, le retromarce sono invece all’ordine del giorno. (ilmessaggero.it)