Il neonato è morto di freddo: l'esito shock dell'autopsia
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BARI -Il neonato ritrovato senza vita la mattina del 2 gennaio nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista di Bari sarebbe morto per ipotermia. È quanto emerge dai primissimi risultati dell'autopsia, eseguita ieri presso l'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. Secondo i primi accertamenti, il piccolo avrebbe avuto meno di un mese di vita. L’esame autoptico è stato condotto dal professor Biagio Solarino, su disposizione della Procura di Bari, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo nei confronti di don Antonio Ruccia, parroco della chiesa, e del tecnico che installò la culla termica nel 2014 (Taranto Buonasera)
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A partire dalla risposta alla domanda se un «protocollo» esista. Gli accertamenti sulla culla, il suo funzionamento ma anche chi e come avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione e ai controlli, sono gli aspetti su cui si stanno concentrando dal primo momento le verifiche degli agenti della Squadra mobile, guidati dal primo dirigente Filippo Portoghese... (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Sono i nuovi particolari che emergono dall’autopsia compiuta sul neonato, che sarebbe morto orientativamente per ipotermia, cioè di freddo, anche se per stabilirlo con certezza serviranno i risultati degli esami istologici. (TeleRama News)
Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea e condotte dalla squadra mobile di Bari. Entrambi gli indagati sono stati sentiti nei giorni scorsi. (Vanity Fair Italia)
Il neonato trovato senza vita giovedì mattina nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari sembrerebbe essere deceduto a causa di ipotermia, secondo quanto emerso dall'autopsia condotta dal medico legale del Policlinico su incarico della Procura (Sardegna Live)
“Il sensore funzionava. Quando ho fatto la riparazione ha suonato tre volte, l'ho detto anche al pm”.Con queste parole, il tecnico Vincenzo Nanocchio, durante l'intervista telefonica a "Storie italiane" su Rai1, ha difeso il proprio operato sulla culla termica di San Giovanni Battista di Bari, dove il 2 gennaio scorso è stato trovato il corpo di un neonato senza vita. (La Repubblica)
Dobbiamo affrontare altro e lo affronteremo, siamo onesti e trasparenti e chi si è preso gioco di noi è stato il caso»: più che un omelia sono un messaggio affatto velato ai parrocchiani le prime parole pubbliche di don Antonio Ruccia, dopo il ritrovamento del cadavere del neonato nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battist… (La Repubblica)