Sparatoria alla Cascina Spiotta, dopo 50 anni processo a Torino a 4 ex brigatisti. Morirono Mara Cagol e l'appuntato Giovanni D'Alfonso
Articolo Precedente
Articolo Successivo
È un processo, ma anche una ricostruzione storica di un passato mai dimenticato. Primo appuntamento in aula per l’udienza preliminare che racconta la sparatoria del 5 giugno 1975 avvenuta alla Cascina Spiotta, nel comune di Arzello, nell’Alessandrino. Una data importante, quella di cinquant’anni fa, che segnò il battesimo di fuoco delle Brigate Rosse: un conflitto tra i carabinieri e i brigatisti che avevano rapito l’imprenditore Vittorio Vallarino Gancia. (Corriere della Sera)
Su altre testate
Si apre il processo per la sparatoria alla cascina Spiotta, il figlio dell'appuntato Giuseppe D'Alfonso: "Dopo 50 anni vogliamo la verità" (La Stampa)
Imputati sono quattro ex brigatisti, tutti accusati di omicidio aggravato: Renato Curcio (il fondatore delle Brigate rosse), Lauro Azzolini, Mario Moretti e Pierluigi Zuffada. Un processo alle Brigate rosse dopo 50 anni dai tragici fatti di Cascina Spiotta, con la morte di Mara Cagol e dell'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso (Torino Cronaca)
Una valanga di eccezioni sull’udienza preliminare a carico di 5 ex Brigate Rosse (Renato Curcio, Pierluigi Zuffada, Lauro Azzolini e Mario Moretti) per la sparatoria di Cascina Spiotta, in provincia di Alessandria, dove nel 1975 persero la vita Mara Cagol e il carabiniere Giovanni D’Alfonso. (il manifesto)
PENNE Il ritorno alla cascina Spiotta quasi cinquant’anni dopo in un’aula giudiziaria è cominciato ieri e proseguirà il 16 ottobre a Torino, davanti alla giudice Ombretta Vanini. (ilmessaggero.it)
(simona lorenzetti) È cominciata al palazzo di giustizia di Torino l’udienza preliminare a quattro ex esponenti delle Brigate Rosse per la sparatoria del 5 giugno 1975 alla cascina Spiotta, nell’Alessandrino, che costò la vita all’appuntato dei carabinieri Giovanni d’Alfonso. (Corriere TV)
Io, mia madre e le mie sorelle avevamo appena pranzato. Stavamo guardando il telegiornale e siamo rimasti impietriti, fu uno shock». (Torino Cronaca)