Decreto Paesi sicuri, verso ricorso in Appello sui rimpatri
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Nel testo finale del decreto legge sui Paesi sicuri per il rimpatrio, varato ieri dal Consiglio dei ministri, come apprende l'ANSA da diverse fonti, potrebbe rientrare anche una norma per inserire il ricorso in Corte d'Appello contro le ordinanze del Tribunale sul trattenimento dei migranti nei centri per il rimpatrio, che al momento possono essere impugnate in Cassazione. Il testo del provvedimento dovrebbe essere trasmesso in giornata al Quirinale (Tiscali Notizie)
La notizia riportata su altre testate
Nessuna ammissione di responsabilità. Il governo proprio non ce la fa a dire che qualcosa potrebbe aver sbagliato sulla gestione del caso dei centri per i rimpatri italiani in Albania. La colpa è sempre degli altri e, in questo caso, dei giudici che hanno deciso di non convalidare il trattenimento dei 12 migranti. (LA NOTIZIA)
Oseremmo dire anche una notizia da prima pagina. Ma il Corriere – chissà come mai – preferisce nasconderla in un minuscolo box di pagina tre, titolandola peraltro a “favore” dei giudici quando il noto giurista dice l’esatto contrario. (Nicola Porro)
Questa misura era uno dei punti chiave della “soluzione” cercata da Meloni per evitare nuove ordinanze come quelle emesse dai giudici di Roma, che avevano messo in discussione la detenzione dei migranti trasferiti in Albania. (Stranieri in Italia)
Quattro pagine di decreto legge e sette di ricorso in Cassazione contro le decisioni del tribunale civile di Roma. Sta qui la contromossa del governo alle non convalide dei trattenimenti dei richiedenti asilo deportati la scorsa settimana nei centri in Albania. (il manifesto)
"Come già affermato in precedenza: la disperazione migratoria non la si ferma con una legge. Così Giampaolo Di Marco, presidente della Associazione nazionale forense (Anf), dopo le decisioni maturate in Consiglio dei ministri a seguito dello scontro tra il Governo e la magistratura sui Centri per migranti in Albania. (Tiscali Notizie)
Rimane l'elenco dei 19 paesi sicuri, rimane soprattutto il senso politico del provvedimento. Due paginette, un solo articolo, via tutto ciò che potrebbe entrare in conflitto con il diritto europeo. (il Giornale)