Festival Verdi 2024, inaugura Macbeth. Le foto nel foyer

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Il Macbeth in versione francese ha inaugurato il XXIV Festival Verdi. L'opera, nella versione in francese eseguita a Parigi nel 1865, ha fatto il suo debutto al teatro Regio. Presentata in forma di concerto in occasione del Festival Verdi 2020 e vincitrice in quello stesso anno del prestigioso Premio Abbiati, il melodramma in quattro parti su libretto di Francesco Maria Piave, da Shakespeare, traduzione in francese di Charles Louis Étienne Nuitter e Alexandre Beaumont, è stato presentato in forma scenica per la prima volta in tempi moderni con un nuovo allestimento firmato da Pierre Audi. (La Repubblica)

Ne parlano anche altre testate

Serata internazionale con sovrintendenti di importanti teatri stranieri All’insegna di “potere e politica”, la ventiquattresima edizione del Festival Verdi si è aperta con una applauditissima esecuzione di Macbeth, presentato nell’edizione di Parigi del 1865, in lingua francese, che era stata già eseguita in forma di concerto nel 2020 al Parco Ducale, ai tempi del Covid. (La Repubblica)

Questo appuntamento annuale celebra la vita e l’opera di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi compositori italiani di tutti i tempi. Domenica 29 settembre 2024, il Teatro Regio di Parma ospiterà la prima del celebre Festival Verdi, evento di riferimento per la lirica internazionale. (LegnanoNews.com)

Il Festival Verdi si apre con Macbeth al Teatro Regio. Nella fotogallery, ecco una carrellata di scatti dal foyer nella serata della "prima". (Gazzetta di Parma)

Valentina Carrasco: «La patria di Verdi oggi è l’Europa»

"Tutto questo grazie a Giuseppe Verdi, che con la sua musica senza tempo ci ha permesso di raccontare una traversata fantastica di un musicista visionario a bordo di un corno/moto volante, attraverso gli scenari di un multiverso onirico alla ricerca delle note e delle storie dei popoli", racconta Francesca Pasquinucci. (LA NAZIONE)

È una festa per tutti: grandi, piccoli, appassionati di musica e neofiti, ma le regole dell’ascolto tradizionale qui sono sovvertite. (la Repubblica)

Legnano. Il Carroccio. Federico Barbarossa. Oggi l’immaginario legato a queste icone medievali è più politico che storico. Perché a sentire le parole chiave di La battaglia di Legnano pensi più alla Lega (e alla Pontida) di Salvini e prima ancora di Bossi e Miglio che non a quella di Alberto da Giussano – anche se la Storia ci dice che il vero comandante dei comuni lombardi nella battaglia del 29 maggio 1176 fu Guido da Landriano. (Avvenire)