Napoli, ancora meme e vignette sull'opera di Gaetano Pesce. Ecco quelli nuovi

Categorie: di Redazione , scritto il 16/10/2024Categorie: Attualità A Napoli, l’installazione artistica Tu si’ ’na cosa grande di Gaetano Pesce continua a suscitare scalpore e ironia tra i cittadini e sui social. Nonostante i chiarimenti della curatrice e dei figli dell’artista, l’ondata di meme e vignette satiriche non si arresta. Ecco i nuovi sberleffi all’opera. A Napoli, l’installazione artistica Tu si’ ’na cosa grande di Gaetano Pesce, situata in piazza Municipio, continua a suscitare scalpore e ironia tra i cittadini e sui social. (Finestre sull'Arte)

Se ne è parlato anche su altri media

Ma non solo, perché oltre a generare un’ondata di allusioni sconce, l’opera ha anche ispirato numerose creazioni artistiche. Sì, perché “Tu si ‘na cosa grande”, l’opera di Gaetano Pesce dedicata a Pulcinella, ha fatto il giro di tutto lo Stivale (sui social) per la sua forma fallica che ha scatenato sorrisi, risate e battute divertenti. (Il Fatto Quotidiano)

3 Foto da Che tempo che fa sul Nove (Fanpage.it)

La discutibile installazione sistemata in piazza a Napoli che sta suscitando polemiche e dissensi - Fotogramma (Avvenire)

Napoli, il Pulcinella di Pesce è una star su TikTok: 10 milioni di visualizzazioni. Il Comune: “Un effetto del genere non si era mai visto...”

«Sull'opera "Tu si na cosa grande", attribuita a Gaetano Pesce ed allestita a Piazza Municipio a Napoli, è inaccettabile che la resa stilistica non sia stata all'altezza del raffinato ed elegante progetto - e modello in piccola scala - elaborato dallo storico designer negli ultimi anni della sua vita». (Corriere della Sera)

Sia perché ricorda molto un fallo. L'installazione di Gaetano Pesci posizionata al centro di piazza Municipio a Napoli ha fatto molto discutere. (Liberoquotidiano.it)

In 5 giorni i primi 12 video pubblicati su TikTok hanno totalizzato quasi 10 milioni di visualizzazioni. Il Pulcinella installato in piazza Municipio è la star dei social. La controprova su Instagram e Facebook. (La Repubblica)