Georgia, sabato le elezioni, Ivanishvili presenta voto come scelta fra guerra e pace

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Adnkronos ESTERI

Elezioni legislative decisive si terranno sabato in Georgia, Paese spaccato dopo mesi di proteste di piazza contro i provvedimenti legislativi 'russi' introdotti dal governo, la legge sulle organizzazioni considerate come 'agenti stranieri' e quella sui valori della famiglia e la protezione dei minori, di fatto il bando all'espressione di idee di orientamento Lgbtq, che in entrambi i casi la Presidente filo europea Salomé Zurabishvili aveva rifiutato di firmare senza riuscire a impedirne l'entrata in vigore. (Adnkronos)

Su altre testate

La Georgia si prepara a elezioni parlamentari considerate decisive per il futuro del paese in Europa. Il partito al governo, “Sogno Georgiano,” è accusato di avvicinarsi a un regime autoritario e allontanare la Georgia dall’Unione Europea, mentre l’80% della popolazione è favorevole all’adesione. (Rai Storia)

In Moldavia al referendum bandito per l’adesione all’Ue ha appena vinto il sì. Sono bivi geopolitici decisi a una manciata di giorni di distanza alle urne: Moldavia e Georgia al voto, per scegliere il prossimo futuro. (Il Fatto Quotidiano)

Ma con il suo Sogno georgiano e il patrimonio - valutato in 7,6 miliardi di dollari, un quarto del prodotto interno lordo della Georgia - continua a essere l'ombra che si proietta sul Paese in cui si vota sabato. (Adnkronos)

Il 26 ottobre si terranno in Georgia le elezioni parlamentari, in quello che si preannuncia un momento cruciale per il futuro democratico ed europeo del paese. Il partito Sogno Georgiano, in carica dal 2012, è indicato dai sondaggi come il principale candidato alla vittoria con circa il 34% delle preferenze. (Ultima Voce)

L’entusiasmo per l’Europa, la crisi ucraina, il ricatto russo su un Paese che dalla guerra lampo del 2008 ha il 20% del territorio occupato: in Georgia le elezioni più importanti dall’addio all’Unione Sovietica del 1991. (Corriere TV)

TBILISI – Georgia al voto dopo mesi di disordini civili, una campagna elettorale segnata da violente intimidazioni ai danni delle opposizioni, accuse di ingerenze incrociate mosse a Mosca, Washington e Bruxelles, con la consapevolezza che la chiusura dei seggi e la proclamazione dei risultati, chiunque ne esca vittorioso, innescheranno una crisi dall’esito imprevedibile. (la Repubblica)