«Israele rischia un Vietnam in Libano: ecco perché. L'Iran? Farà di tutto per tenersi fuori»
Luigi Toninelli è ricercatore dell’Ispi specializzato in Medio Oriente: Libano e Iran in particolare. A Beirut ha vissuto e studiato. Neanche trent’anni, è già uno dei massimi esperti italiani di questa materia infiammata. Che messaggi le arrivano dal Libano i questi giorni? «La mia cerchia di contatti è parziale, rispecchia l’élite del Paese, ma di certo esprime la paura diffusa che possa riproporsi uno scenario simile al 2006, con l’invasione di terra da parte di Israele e bombardamenti estesi sulla capitale. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri giornali
Di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah da parte di Tel Aviv non se ne parla neppure. «Andremo avanti fino il vittoria», dice Netanyahu che non teme di certo l’ira di Biden ma casomai del suo ministro della sicurezza Itamar Ben Gvir. (il manifesto)
PUBBLICITÀ Mentre lo scontro tra Israele e Hezbollah in Libano continua a preoccupare in quella che potrebbe portare a una vera e propria guerra, sono molti a chiedersi dove sia l'esercito libanese. Il suo ruolo e la sua collocazione sono molto più complicati di quanto si possa pensare. (Euronews Italiano)
È dalla fine del 2023, ossia poche settimane dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre e l’inizio dell’invasione israeliana della Striscia di Gaza, che il governo di Benjamin Netanyahu pianifica un’espansione della guerra in Libano (La Stampa)
– Professor Gilles Kepel, perchè Netanyahu ha aperto il fronte del Libano? “Per cogliere l’attimo. Penso che Netanyahu voglia usufruire dell’assenza di una guida alla Casa Bianca dato che Biden è fuori servizio e i due candidati non hanno oggi la capacità di prendere decisioni e comunque non vogliono alienarsi neppure la più piccola parte dell’elettorato, visti i margini stretti attesi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ma la guerra che Israele sta combattendo contro Hamas e Hezbollah, e per essere più precisi, contro l’Iran, è una guerra necessaria dopo l’eccidio del 7 ottobre 2023. (Nicola Porro)
Pronunciate già sull’Ala di Sion, l’aereo primoministeriale, ai giornalisti che lo accompagnano nel viaggio. Quando atterra a New York, Bibi l’Americano respira aria di casa ma è l’atmosfera politica che lo segue da Israele a dar fiato alle sue parole. (Corriere della Sera)