A MARZO RISALE LEGGERMENTE L'INFLAZIONE: LA BASILICATA RESTA IN ZONA “MENO CARE”

Il dato lucano (1%) inferiore alla media nazionale (1,2%): in Molise e Valle d’Aosta dove il rialzo dei prezzi morde di meno A marzo, l’inflazione «risale leggermente», portandosi all’1,2%. La lieve accelerazione, come spiegato dall’Istituto nazionale di statistica Istat, riflette «l’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio)», sia per la componente regolamentata che non regolamentata. (Cronache TV)

Ne parlano anche altri giornali

Sembra ormai essersi «cronicizzata» l’inflazione, anche in Bergamasca: non più aumenti rapidi e da «boom», ma una lenta e costante salita verso l’alto. (L'Eco di Bergamo)

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. (StrettoWeb)

Una serie di grafici interattivi per seguire l’andamento dei prezzi negli ultimi due anni (Sky Tg24 )

Al secondo posto della top 10 delle città più care c'è Napoli, dove il rialzo dei prezzi determina un incremento di spesa annuo pari a 551 a famiglia. Secondo le elaborazioni dell'Unc sui dati di tutte le città monitorate dall'Istat, a Rimini, il rialzo dei prezzi del mese scorso si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 679 euro per una famiglia media. (La Repubblica)

Parola di Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, che concluderà oggi la due giorni del tradizionale Forum di primavera ospitato nei saloni di villa Mian a Roma. Un appuntamento fortemente segnato dai venti di guerra che soffiano dal Medio Oriente. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

ROMA (ITALPRESS) - L’inflazione accelera a marzo. L’indice dei prezzi al consumo è stabile su base mensile ma sale dell’1,2 percento, rispetto al +0,8% di febbraio. L'accelerazione del tasso d'inflazione si deve principalmente all'attenuazione su base annua della flessione dei prezzi dei Beni energetici e in misura minore alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti. (Il Sole 24 ORE)