Cambio di policy in Telegram che adesso collabora con le autorità

Lo ha reso noto Pavel Durov in un post sul proprio canale. Oltre alla nuova politica sulla privacy, il fondatore e Ceo di Telegram ha annunciato che i moderatori dell’app impiegano l’AI per individuare (e, soprattutto, rimuovere) contenuti critici dalla funzione di ricerca. Un cambiamento epocale per la policy in Telegram, piattaforma che finora non aveva mai cooperato con le autorità giudiziarie per perseguire i crimini compiuti tramite l’app (di cui è emerso il lato oscuro con indagini per fake news e porno deepfake). (Key4biz.it)

La notizia riportata su altri giornali

Le autorità decidono che Telegram deve fornire i dati dei possibili sospettati. A me già quando viene usata la parola “autorità” mi fa girare le balle, perché se poi penso che i dati vengono forniti a gente tipo Striano, cioè l’uomo delle Guardia di Finanza, una autorità, che ha scaricato migliaia di dossier illegalmente, allora mi dico: ma per quale cavolo di motivo abbiamo ancora questo atteggiamento sussiegoso nei confronti di questi signori che sono dei nostri stipendiati? (Nicola Porro)

Telegram fornirà alle autorità giudiziarie dati come gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti coinvolti in processi legali. Questa decisione segna una svolta significativa per una piattaforma che finora aveva fatto della riservatezza il suo punto di forza. (Tech Princess)

Pubblicità Si tratta, certamente, di una svolta per la piattaforma, che fino ad oggi ha sempre negato richieste di questo tipo, rendendo di fatto la chat blindata rispetto a qualsiasi sguardo esterno. (macitynet.it)

Telegram si apre alla polizia? Sì ma non basta

Saranno infatti condivise informazioni come numero di telefono e indirizzo IP di un utente se richiesto dalle autorità. (Fanpage.it)

La novità arriva a un mese esatto dall’arresto in Franc… (la Repubblica)

Telegram comincia a collaborare con le autorità, almeno un po’ più di prima. Una mossa che colpisce gli esperti ma non li sorprende più di tanto, alla luce delle ultime vicende che hanno riguardato il fondatore Pavel Durov (Cyber Security 360)