Dazi sulle auto elettriche cinesi, passi in avanti tra Pechino e l’Europa
MILANO – Schiarita sull’asse Pechino- Bruxelles nei colloqui in corso sui dazi che la Ue ha appena rafforzato sulle auto elettriche cinesi vendute in Europa. I due blocchi – ha riferito la televisione statale cinese CCTV - avrebbero raggiunto un “consenso tecnico” nell’ambito delle trattative per la mitigazione o l’annullamento delle misure varate. Le due parti – ha spiegati Bloomberg – hanno esplorato un accordo sui cosiddetti “impegni sui prezzi”, vale a dire impegni da parte degli esportatori a rispettare prezzi minimi all'importazione con lo scopo di compensare gli effetti negativi generati del rialzo delle tariffe. (la Repubblica)
La notizia riportata su altri giornali
Una strategia pensata per proteggere i produttori europei, ma che potrebbe ritorcersi contro il settore europeo stesso, causando più danni che utile. Dalle nuove normative sulle emissioni, ai “pericoli” provenienti dalla Cina. (ClubAlfa.it)
La proposta potrebbe scontrarsi con le divisioni interne all’UE, dove non tutti i Paesi sono d’accordo. La Francia propone un piano di incentivi unificato per l’Europa che favorisca esclusivamente le auto elettriche prodotte nel Vecchio Continente, escludendo i modelli cinesi. (Autoappassionati.it)
Questa comportamento sempre a rimorchio lo si è visto nella politica monetaria, guidata dalla Fed. A giudicare però dai comportamenti sembra che una strategia ci sia, quella di seguire passivamente le decisioni degli Usa. (Il Fatto Quotidiano)
BRUXELLES – “Ho chiesto chiarimenti al Commissario designato Séjourné per sapere quali intenzioni abbia l’Europa per l’automotive. Ho posto domande semplici: ho chiesto se, vista la crisi nera del settore causata dalle folli politiche green promosse da Bruxelles, intendesse discutere con gli Stati membri e gli operatori del settore una revisione dello stop ai motori tradizionali al 2035, e se ritenesse i biocarburanti una valida alternativa nella quale investire. (Il Saronno)
Nell’arco di pochi decenni, il gigante asiatico è passato dall’essere un Paese povero con un’economia arretrata ad essere la seconda potenza economica mondiale, grazie ai suoi lungimiranti piani industr... (L'INDIPENDENTE)