Spoiler sul “No Meloni Day”: siamo stati all’assemblea tra America coloniale, genocidio palestinese e malumori per i test d’ingresso all’Università…
Siamo stati a una delle assemblee in preparazione dello sciopero nazionale di venerdì 15 novembre, il No Meloni Day. Siamo andati per prepararci alla rivoluzione e invece niente, un convegno di due ore, con mezz’ora di ritardo (due quarti d’ora accademici), in una delle aule della facoltà di matematica dell’Università di Bologna. Il titolo era: Quale modello di formazione per l’Emilia-Romagna? Una domanda concrete e cogente, soprattutto in vista delle elezioni. (MOW)
Se ne è parlato anche su altri media
Anche sabato scorso erano stati trovati manifesti di Bernini e Meloni imbrattati allo stesso modo. Gli studenti accusano gli esponenti del Governo di avere "le mani sporche di sangue" e di "fomentare guerre e un genocidio", riferendosi non solo alle spese militari, ma anche all'alternanza scuola-lavoro, che chiedono di abolire definitivamente perché "manda al macello gli studenti". (Liberoquotidiano.it)
Sciopero e studenti in piazza in Italia. Cortei, vernice e cariche della polizia Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
La manifestazione, contro il governo, nasce per contestare i tagli all’istruzione e le politiche dell’esecutivo Meloni in generale. Il corteo ha fatto tappa infatti davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale, lasciando alcuni scatoloni con scritte contro l'alternanza scuola-lavoro e ricordando gli studenti rimasti vittime di incidenti in azienda. (il Resto del Carlino)
“Oggi ci sono oltre 400 assenti nelle scuole torinesi, siamo tutti qua in piazza e siamo tantissimi - sostengono i manifestanti - Professori e presidi ci dicono che ci sono tante opinioni, per noi ce n’è solo una: Palestina libera“ Traffico bloccato intorno a Porta Susa per la partenza poco dopo le 10 del corteo per la Palestina organizzato dai collettivi delle scuole superiori torinesi. (Corriere della Sera)
Oggi in tutta Italia in piazza contro il governo che spende in guerra e taglia sull’università, il governo dell’alternanza scuola-lavoro e della riforma della ricerca: l’atto 2° di un #NoMeloniDay sempre più necessario mentre scuole e università cadono a pezzi, gli affitti volano alle stelle e una classe politica incapace di darci risposte reprime e criminalizza le voci che si oppongono. (Contropiano)
Gli studenti italiani sono tornati in piazza in 30 città per contestare la presidente del consiglio Giorgia Meloni e per chiedere, tra l’altro, “una scuola pubblica ed accessibile, gratuita, inclusiva e libera da logiche di sfruttamento, subordinazione al mondo del lavoro e al militarismo, capace di rispondere ai bisogni di chi la vive”. (RSI Radiotelevisione svizzera)