Questo non è un sigaro

Questo non è un sigaro. Parafrasando René Magritte, si potrebbe condensare in questa frase il derby di Milano di Riyad che ha consegnato al Milan il primo trofeo della stagione calcistica italiana 2024-25. Il sigaro, simbolo di vittoria ormai sdoganato nello sport, è stato fumato negli spogliatoi dopo la vittoria sull’Inter, con tanto di balletto, da Sergio Conceicao, l’uomo capace di ribaltare i pronostici nel giro di pochi giorni dopo essersi dichiarato allergico a chi si nutre di filosofia (Fcinternews.it)

La notizia riportata su altri giornali

Perché al di là dei risultati sul campo lui al Porto ha valorizzato giocatori forti come ad esempio Luis Diaz ma anche un grande numero di giocatori medi, tutti venduti a cifre clamorose in Premier League ma non soltanto: Otavio, Eder Militão, Vitinha, Evanilson, Fabio Vieira, Dalot, eccetera. (guerinsportivo.it)

È arrivato tardi o al momento giusto, dipende dai punti di vista: in teoria non aveva tempo per spostare nulla e in pratica si è ritrovato subito a mettere in mostra la mossa vincente che non è prendersi la Supercoppa, nonostante questo sia l’ottavo trofeo nazionale (campionati esclusi) dopo i sette incassati con il Porto, ma è la danza del successo. (La Stampa)

In vista della sfida tra Milan e Cagliari, Stefano Borghi ha analizzato il momento dei rossoneri durante una puntata di Cronache di Spogliatoio. Borghi si è soffermato su Christian Pulisic, autore di un’altra prestazione da grande giocatore nella scorsa giornata di campionato. (Cagliari News 24)

Inter stanca, al Milan l'elettroschock di Conceicao non basta: prossimo mese decisivo per lo scudetto

E’ uno dei dogmi più famosi di Julio Velasco: “Chi vince festeggia, chi perde spiega”. Simone Inzaghi, battuto dal Milan nella finale della Supercoppa italiana da 0-2 a 3-2, lo ha fatto: cattiva gestione, troppi errori, un po’ di stanchezza, meriti dell’avversario. (TUTTO mercato WEB)

Comincia quell'ansia che ti scuote le gambe e non ti fa stare un attimo fermo. Gli animi si scaldano e l'euforia è a mille. (Corriere della Sera)

“Una partita allo stadio ne vale dieci viste in tv”: fedele a uno dei miei principî cardinali, a Riad ero convinto che la vittoria dell’Inter in semifinale non doveva nascondere le spie di allarme che si erano accese nel secondo tempo e che la finale contro il Milan ha poi fatto suonare fragorosamente. (Calciomercato.com)