Non vuole essere dimesso dall'ospedale, prende uno scalpello e sfonda il pronto soccorso
Le forze dell'ordine sono intervenute alle 7 di oggi giovedì 28 novembre nella sala d'attesa del Pronto soccorso di Mestre, per contenere gli atteggiamenti aggressivi di uno dei pazienti presenti. L'uomo, uno straniero di circa cinquant'anni, era giunto in Pronto Soccorso ieri sera, lamentando un quadro clinico lieve, per il quale dopo esami e terapia alle 4 del mattino era stato dimesso. Tuttavia, anziché andarsene, l'uomo chiedeva di rimanere nella sala d'attesa per stare al caldo. (Today.it)
Su altre fonti
Già dimesso dopo aver passato la notte in ospedale per smaltire una sbornia, armato di uno schermo del pc sradicato dalla guardiola e di un triangolo segnaletico preso da un carello per le pulizie, l’uomo si è scagliato contro gli otto grandi monitor segnaletici, rompendoli tutti e mettendo sottosopra l’intera sala d’attesa del Pronto soccorso (Nurse Times)
Una nuova aggressione al personale sanitario con danni alla struttura del pronto soccorso si è verificata all'ospedale all'Angelo di Mestre. Si tratta del secondo episodio in pochi giorni ed è scaturito - secondo quanto riferisce la Uil del Veneto - dai gesti di un paziente che pretendeva di essere visitato subito. (Oggi Treviso)
Verso le 8.30 le forze dell’ordine sono intervenute nella sala d’attesa del Pronto Soccorso mestrino per calmare un paziente 50enne di origine straniera, che aveva dato in escandescenze minacciando e aggredendo verbalmente gli operatori sanitari, esibendo anche uno scalpello, poi riposto nello zaino. (ANTENNA TRE)
Non si arrestano le aggressioni nei pronto soccorso italiani. L’ultimo episodio si è verificato questa mattina presso l’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove i sanitari si sono trovati a fronteggiare un altro atto di violenza. (Televenezia)
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Più sicurezza negli ospedali, pene certe per chi aggredisce medici e sanitari, prometteva la politica solo qualche settimana fa quando, il 13 novembre, con 144 voti a favore e 92 astenuti è arrivato il via libera della Camera per l'arresto in flagranza differita - cioè non sul luogo del fatto - di chi aggredisce il personale. (La Nuova Venezia)