Medio Oriente. Equilibri fragili. Perché la tregua con l'Iran non è la fine della crisi

Il regime sciita, dalle elezioni del marzo scorso, ha tappezzato di manifesti di propaganda bellica la capitale iraniana Teheran - Ansa De-escalation è la parola chiave per il Medio Oriente in fiamme. E l’ultimo, debole colpo di Israele verso l’Iran ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti gli attori coinvolti a diverso titolo nella crisi. Ma se è sventato per ora il rischio di un conflitto aperto tra Teheran e Tel Aviv, sarebbe sbagliato pensare che la tensione andrà a calare rapidamente. (Avvenire)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La contro-rappresaglia israeliana per i raid con droni e missili di Teheran che avevano colpito la base aerea di Nevatim e installazioni militari nel Golan alla fine ha avuto luogo la notte del 19 aprile a quanto sembra con un raid limitato all’impiego di 3 UAV a lungo raggio armati con altrettanti missili lanciati contro una installazione radar della difesa aerea iraniana a Isfahan, nell’Iran centrale. (Analisi Difesa)

A 4 giorni dal presunto attacco israeliano contro la base di Isfahan, restano alcuni dubbi sulle modalità dello stesso. In base alle immagini satellitari comparse nei giorni successivi al raid, si notano chiaramente segni di bruciature sul terreno in corrispondenza del luogo dove era installato il radar di tiro 30N6E2 FLAP LID del sistema missilistico antiaereo S-300PMU-2 posto a protezione della base e, soprattutto, della vicina centrale di arricchimento dell’uranio di Natanz, situata circa 80 km a nord. (RID)

Le sue parole: 'L'Iran ha punito il regime sionista per il crimine commesso, (Adnkronos)

Seguita a sua volta dalla contro-reazione israeliana comunque circoscritta per evitare l’escalation di un conflitto regionale aperto temuto da tutti, e sempre possibile. (L'HuffPost)

«Giù le mani dal Colosseo». Non si è fatta attendere la risposta di Antonio Tajani alla provocazione del Ministero degli esteri israeliano che ha indicato l’Italia e il Colosseo come possibili obiettivi di un prossimo attacco iraniano. (LaC news24)

Il generale, cui è assegnato il comando delle forze che difendono l’infrastruttura del programma nucleare iraniano (NSPC), nel corso di un’intervista con la stampa locale ha sostenuto che se Israele dovesse minacciare la sicurezza degli impianti nucleari potrebbe determinarsi la necessità per l’Iran di una “revisione e modifica” della sua dichiarata politica nucleare. (L'HuffPost)