Giurato Numero 2 (2024) di Clint Eastwood - Recensione

A novantaquattro anni Clint Eastwood torna alla regia (la sua quarantunesima per il cinema) con Giurato Numero 2, un lavoro di nitore specchiato che porta con sé molti rilevanti motivi del suo cinema: la giustizia, la colpa, il dilemma morale. “La giustizia è verità in azione” Justin sta per diventare padre. Mentre la sua compagna sta affrontando le ultime settimane di una non semplice gravidanza, Justin viene chiamato a fare il giurato in un processo per omicidio: si renderà ben presto conto di aver ucciso lui incidentalmente la giovane vittima, investendola con la macchina in una buia notte di pioggia, e tenterà di scagionare l’imputato, un innocente che per la giustizia pare già condannato. (quinlan.it)

Ne parlano anche altri media

Clint Eastwood e la revisione della giustizia in un legal movie che esplora il senso di innocenza e di colpevolezza. Ottimo cast, a cominciare da Nicholas Hoult e Toni Collette. Al cinema dal 14 novembre. (Movieplayer)

Giunto a quello che potrebbe essere il suo ultimo film, il 94enne Eastwood mette sullo schermo un cinema limpido e cristallino popolato dalle posizioni opache, contorte e ambigue dei suoi protagonisti. (ComingSoon.it)

È quello di Mezzanotte nel giardino del bene e del male, dove la statua della Bird Girl sovrastava il cimitero di Bonaventure a Savannah, in Georgia, testimone di una cinica parabola su quanto la giustizia non possa essere sempre all’altezza della verità e viceversa. (cinematografo.it)

Giurato Numero 2, la recensione del film di Clint Eastwood

“O mente che scrivesti ciò ch’io vidi / qui si parrà la tua nobilitate”. Lo scrive Dante nel secondo canto dell’Inferno, e da domani tocca a noi: pubblico italiano, esce Giurato numero 2 – il nuovo film diretto da Clint Eastwood – e qui si parrà la tua nobilitate. (la Repubblica)

Sabato 16 ore 16.45-21.15 Sabato 16 ore 19 (La Nuova Riviera)

Eccolo Clint Eastwood, come ci ha abituati: chirurgico e caustico. Non il Clint migliore di Gran Torino e Million Dollar Baby, ma sempre il regista solido e senza fronzoli per cui vale la pena il prezzo del biglietto. (Panorama)