Trump minaccia Harvard: studenti stranieri a rischio se l’università non collabora

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ESTERI

L’amministrazione Trump ha alzato ulteriormente la posta nello scontro con Harvard, minacciando di revocare all’ateneo la possibilità di iscrivere studenti internazionali se non otterrà piena collaborazione nella consegna di documenti relativi alle "attività illegali e violente" degli stranieri presenti nel campus. A renderlo noto è stato il Dipartimento per la Sicurezza nazionale (Dhs), guidato dalla segretaria Kristi Noem, che ha inviato una lettera ufficiale all’università fissando un termine perentorio: entro il 30 aprile 2025, Harvard dovrà fornire i registri dettagliati sui comportamenti degli studenti titolari di visto, altrimenti perderà l’accreditamento nel programma Sevp, che consente proprio l’iscrizione di alunni provenienti dall’estero.

La mossa, che rientra in un braccio di ferro più ampio tra il governo e l’ateneo, arriva dopo il rifiuto opposto dalla prestigiosa istituzione accademica – il cui patrimonio sfiora i 53 miliardi di dollari – di modificare i propri regolamenti interni in materia di ammissioni e assunzioni, richiesta avanzata dall’esecutivo con la motivazione di contrastare presunti episodi di antisemitismo. Una posizione che ha già portato a ritorsioni concrete, come il blocco di 2,26 miliardi di fondi federali destinati a borse di studio e progetti di ricerca.

Sebbene Harvard disponga di risorse ingenti, gran parte di esse sono vincolate a specifiche destinazioni d’uso, il che rende l’università più vulnerabile di quanto sembri ai tagli governativi. La minaccia di escludere gli studenti stranieri, molti dei quali contribuiscono in modo significativo alla vita accademica ed economica dell’ateneo, rappresenta dunque un’ulteriore pressione. Yascha Mounk, politologo della Johns Hopkins University, ha interpretato l’offensiva di Trump come un tentativo di "colpire un centro di potere" tradizionalmente critico verso le sue politiche, sottolineando come le università siano diventate un bersaglio privilegiato in un clima sempre più polarizzato