Primo gruppo di migranti verso l’Albania. Il trasferimento su una barca della Marina

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È diretta verso l'Albania la nave Libra della Marina Militare per portare il primo gruppo di migranti nei centri allestiti in Albania per sottoporli alle procedure accelerate di frontiera. Sulle persone da trasferire, soccorse in mare, è stato fatto un primo screening a bordo per verificare che abbiano i requisiti previsti: provenienza a Paesi sicuri, maschi, non vulnerabili. E' il ministero dell'Interno a curare l'iniziativa. (La Stampa)

Ne parlano anche altri media

A quanto apprende l'Adnkronos, sul pattugliatore Libra della Marina Militare diretta in Albania ci sono 16 migranti, dieci originari dell'Egitto e sei del Bangladesh, e l'arrivo sarebbe previsto nella notte tra domani e mercoledì mattina. (Adnkronos)

“La settimana prossima si parte con i centri in Albania”. Ma intanto non si placano le polemiche sui centri rinfocolate da un'inchiesta del giornale Domani sugli appalti senza trasparenza. (Il Sole 24 ORE)

Dalla sua sezione del tribunale di Palermo sono passati i casi dei migranti trattenuti nel centro che il Viminale qualche mese fa ha aperto in fretta e furia a Porto Empedocle. Ed è uno dei primi distretti in cui la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ridefinisce i criteri per identificare un Paese come sicuro sia stata applicata. (la Repubblica)

Per Piantedosi i centri in Albania sono come quelli italiani

Si tratta di persone soccorse in mare che per la prima volta non saranno portate verso Lampedusa o altri porti italiani, bensì nelle strutture realizzate Schengjin e Gjiader, in territorio albanese. La prima nave della Marina – la Libra – è già in viaggio. (L'Unione Sarda.it)

Si tratta di un modus operandi divenuto indispensabile anche perché le Regioni governate dalla sinistra si sono dimostrate sempre riluttanti a collaborare con il Governo nei propri territori nell'individuazione di Cpr finalizzati a dirimere l'emergenza immigrazione". (Civonline)

Molteplici dubbi sono stati sollevati sulla possibilità che i migranti possano far valere i loro diritti avendo contatti solo da remoto con i legali, la recente sentenza della Corte di Giustizia Ue ha stabilito che la designazione di un paese sicuro deve estendersi a tutto il suo territorio e per tutti, mettendo così in discussione la lista stilata dall’Italia in base alla quale si dovrebbero fare i rimpatri con procedura accelerata. (il manifesto)