Beko chiude stabilimenti in Italia, 1.935 esuberi

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ECONOMIA

La multinazionale turca Beko, nata dalla fusione di Arcelik con Whirlpool, ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Siena e Comunanza (Ascoli Piceno), della linea del freddo a Cassinetta (Varese) e del centro di ricerca e sviluppo di Fabriano. La decisione, comunicata durante un tavolo ministeriale a Roma, prevede un totale di 1.935 esuberi, con 750 lavoratori coinvolti solo a Comunanza, un'area già duramente colpita dal terremoto e dallo spopolamento.

Nonostante gli sforzi del sottosegretario con delega alle crisi industriali, Fausta Bergamotto, per convincere la multinazionale a rivedere il piano, Beko ha confermato la chiusura degli stabilimenti entro la fine del 2025. La crisi del mercato degli elettrodomestici, con un crollo delle vendite dei frigoriferi, ha portato l'azienda a prendere questa drastica decisione, che segue la chiusura di fabbriche in Polonia e Gran Bretagna.

Il piano industriale presentato da Beko è stato definito "inaccettabile e irricevibile" dal Governo e dalla Regione, che hanno promesso di far rispettare il Golden power per tutelare l'occupazione. Tuttavia, la notizia ha avuto l'effetto di una doccia gelata, lasciando basiti i lavoratori e le loro famiglie, che ora si trovano a fare i conti con una vera e propria bomba sociale.

La chiusura dello stabilimento di Comunanza, in particolare, rappresenta un duro colpo per un territorio che sta cercando di ripartire dopo il sisma e che ora dovrà affrontare ulteriori difficoltà.