Nessuno tocchi il 25 aprile. La polemica sul lutto e la Liberazione
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La decisione del governo di estendere a cinque giorni il lutto nazionale per la morte di papa Francesco, sovrapponendolo alle celebrazioni del 25 aprile, ha scatenato una reazione dura da parte dell’Associazione nazionale ex deportati (Aned). Dario Venegoni, presidente dell’Aned, non ha usato mezzi termini definendo "scandalosa" la richiesta di commemorare la Liberazione "con sobrietà", come suggerito dal ministro Nello Musumeci. "Se non fosse scandaloso, ci sarebbe da ridere", ha aggiunto, sottolineando come la misura appaia strumentale e priva di precedenti.
Storicamente, il lutto per la scomparsa di un pontefice è sempre durato tre giorni, come avvenne per Giovanni Paolo II. Questa volta, invece, il Consiglio dei ministri – riunitosi in una seduta lampo a Palazzo Chigi – ha optato per un periodo più lungo, includendo di fatto la Festa della Liberazione. Una scelta che, secondo alcuni, rischia di sminuire il significato di una ricorrenza già al centro di polemiche politiche.
La presidente Giorgia Meloni, che ha annullato i suoi impegni pubblici in segno di rispetto, ha difeso la linea adottata, definendola "condivisa da tutti". Ma le critiche non si sono fatte attendere, soprattutto da chi vede nella sovrapposizione dei due eventi un tentativo di ridimensionare il 25 aprile. Da anni, del resto, la data divide l’opinione pubblica, con una destra che tende a ridurne la portata simbolica, mentre la sinistra e le associazioni partigiane la considerano un pilastro della Repubblica.