Corteo anti Meloni a Bologna: le foto
Corteo anti Meloni a Bologna: le foto Il 'No Meloni Day' è partito da piazza Verdi, con circa in 150 in corteo, tra studenti e appartenenti ai collettivi Cua e Cambiare rotta. Un flash mob in via Indipendenza con le ragazze in biancheria intima contro la violenza sulle donne. Poi manifesti imbrattati o bruciati (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altri media
Centinaia di studenti sono scesi in piazza a Bologna per il ‘No Meloni day’, indetto in tutta Italia. Hanno sfilato per le strade della città al grido di “Riprendiamoci le nostre scuole, contro la guerra e il governo Meloni”. (LAPRESSE)
Presenti varie sigle (Udu, Cambiare rotta, il centro sociale Ccs Riot maker, Link), i collettivi di vari licei tra cui Parini, Manzoni, Vittorini, Berchet, Brera e Hajech. «Bigiamo le lezioni per darvene una ». (Corriere Milano)
Oltre agli slogan e striscioni di dissenso ai tagli in manovra, al DL sicurezza, anche quelli pro Palestina. Partito da Piramide, a Roma, il corteo degli studenti “No Meloni Day” in occasione dello sciopero nazionale indetto dal sindacato studentesco Uds al grido “Vogliamo potere”. (LAPRESSE)
Quel che abbiamo visto oggi durante il corteo del NO Meloni Day, a cui hanno partecipato collettivi universitari e Rete degli Studenti, tra i quali erano presenti rappresentanti degli studenti e durante il quale sono state imbrattate foto e dati alle fiamme manifesti di Meloni, Bernini e Valditara, è di una gravità inaudita. (La Voce del Patriota)
Hanno sfilato per le strade della città al grido di “Riprendiamoci le nostre scuole, contro la guerra e il governo Meloni”. Hanno esposto cartelloni con le facce insanguinate della presidente del Consiglio, della ministra dell’Università Anna Maria Bernini e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, poi hanno dato fuoco a dei cartoni che simboleggiavano le riforme dell’esecutivo. (LAPRESSE)
Gli studenti italiani sono tornati in piazza in 30 città per contestare la presidente del consiglio Giorgia Meloni e per chiedere, tra l’altro, “una scuola pubblica ed accessibile, gratuita, inclusiva e libera da logiche di sfruttamento, subordinazione al mondo del lavoro e al militarismo, capace di rispondere ai bisogni di chi la vive”. (RSI Radiotelevisione svizzera)