Clamoroso al voto: la Moldavia dice più “No” che “Sì” all’adesione all’Ue
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La Moldavia, una nazione dell’Europa orientale con una popolazione che si aggira intorno ai 2,6 milioni di abitanti, si trova al centro di un clamoroso risultato elettorale sulla sua possibile adesione all’Unione Europea. La tematica, oggetto di un recente referendum, ha polarizzato l’opinione pubblica fra chi identifica nell’eventuale ingresso nell’Ue un’opportunità per allinearsi agli standard di vita e democratici propri dell’Europa e chi, al contrario, teme che ciò possa tradursi in una perdita di autonomia nazionale e potenziali ripercussioni negative. (Nicola Porro)
Su altre fonti
Basterebbe questo dissidio toponomastico a raccontare un paese diviso tra est e ovest, tra la spinta ad abbracciare l'Unione Europea e l'incombente vicinanza del gigante russo che fa la guerra a pochi chilometri, in Ucraina. (RaiNews)
Moldova, la presidente filoeuropeista Maia Sandu ha denunciato il tentativo di "forze criminali" di manipolare il voto: "Abbiamo prove e informazioni che l'obiettivo era comprare 300.000 voti. La portata di questa frode non ha precedenti. (La Stampa)
"Vogliamo il cambiamento, la democrazia. Leggi tutta la notizia (Virgilio)
I fatti sono questi. Dopo una notte di vantaggio del “No” nel referendum sull’adesione della Moldavia all’Unione Europea (in realtà all’inserimento di questo obiettivo nella Costituzione), arriva la mattina e improvvisamente il “Sì” è passato in vantaggio per un pugno di voti. (Contropiano)
Sarà il ballottaggio a decidere chi guiderà la Moldova dal palazzo presidenziale di Chisinau per i prossimi quattro anni. Lo sfidante sarà Alexander Stoianoglu, candidato filorusso del Partito socialista, che ha raggiunto un po’ a sorpresa più del 26%, ben oltre le aspettative della vigilia. (RSI.ch Informazione)
«Vogliamo il cambiamento, la democrazia. Noi della diaspora abbiamo salvato il referendum e finalmente possiamo portare il nostro Paese in Europa. Finalmente avremo un ombrello a ripararci e non avremo più paura della Russia». (La Repubblica)