Juan Martín del Potro appende la racchetta al chiodo: l’ultimo match con Djokovic
Il campione argentino dice addio al tennis in compagnia di Djokovic, Sabatini e Dulko. Juan Martín del Potro ha detto addio al tennis per sempre, con una serata emozionante a Buenos Aires, seguita da quasi 15.000 spettatori e molte personalità dello sport argentino. Il tennista, che ha fatto la storia del tennis negli ultimi decenni, ha scelto di salutare definitivamente il mondo dello sport con un amico e rivale speciale: Novak Djokovic (il mio napoli)
Se ne è parlato anche su altri giornali
In Argentina l'hanno chiamato "El ultimo Desafio", "L'ultima sfida". Ma non poteva essere più amichevole di così: il match si è chiuso coi due abbracciati per istanti lunghissimi in mezzo al campo, con la rete quasi desiderosa di farsi da parte per lasciare che due amici prima che colleghi potessero salutarsi a dovere. (La Gazzetta dello Sport)
L’argentino ha dovuto fare i conti con tutte e due le facce della medaglia, vivendo momenti di grande intensità nel tennis, come nel successo degli US Open 2009, battendo in finale Roger Federer, e nella conquista dei podi olimpici a Londra 2012 (bronzo) e a Rio de Janeiro 2016 (argento). (OA Sport)
A cura di Alessio Morra Ha vinto 22 titoli ATP, uno Slam, gli US Open del 2009, ha avuto la sfortuna/fortuna di giocare nell'era di Federer, Nadal e Djokovic, che ha battuto tutti più volte, ha conquistato due medaglie olimpiche, ed è stato numero 3 al mondo. (Fanpage.it)
Un’emozionante pagina di tennis si è scritta al Parque Roca di Buenos Aires, dove Juan Martín del Potro ha dato il suo addio definitivo al tennis in un match di esibizione con Novak Djokovic. Una serata carica di emozioni che ha visto i due campioni condividere momenti indimenticabili sul campo. (LiveTennis.it)
Novak Djokovic: parole commoventi su Juan Martin Del Potro (Sportal)
Nel loro 21° incontro – il primo risale al 2007 – l'argentino ha vinto per la quinta volta contro l'amico serbo per 6-4, 7-5. Ma l'aspetto principale era altrove, nell'emozione provata dal pubblico e dal vincitore degli US Open 2009, dopo anni di lotta con problemi fisici. (laRegione)