Proteste in Israele dopo il licenziamento del ministro della Difesa

Il presidente del Movimento per la Qualità del Governo ha dichiarato: «Siamo lieti che l'Alta Corte abbia compreso l'urgenza della questione. Licenziare un ministro della Difesa durante una guerra e alla vigilia di un attacco iraniano è una scommessa pericolosa per la sicurezza del Paese». (Corriere del Ticino)

Ne parlano anche altre fonti

I poteri israeliani picchiano duro su Benjamin Netanyahu dopo il sorprendente siluramento del ministro della Difesa Yoav Gallant, avvenuto ieri. (Inside Over)

Migliaia di israeliani si sono radunati a Gerusalemme per una seconda notte di proteste a seguito del licenziamento da parte del premier Benjamin Netanyahu del ministro della Difesa Yoav Gallant, avvenuto ieri. (Il Fatto Quotidiano)

Dalla metà di settembre, la guerra di Israele in Libano si è estesa in modo significativo: Israele sta bombardando il Paese via terra e via aria Di Euronews (Euronews Italiano)

Bibi licenzia Gallant. Altre epurazioni in vista

Circa 50 manifestanti pro-Palestina si sono riuniti subito fuori dalla Casa Bianca per protestare, bloccando la strada. Nella serata di martedì, mentre erano in corso manifestazioni di protesta contro Netanyahu in molte città di Israele, alcune migliaia di persone hanno occupato l'autostrada Avalon, che attraversa la città israeliana di Tel Aviv, in protesta per l'espulsione di Yoav Gallant da ministro della Difesa. (Corriere della Sera)

Secondo indiscrezioni, Netanyahu avrebbe anche intenzione di licenziare i vertici dell'Esercito e dello Shin Bet, il servizio di intelligence interna. Con questa motivazione il capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant, un rivale di lungo corso all'interno del partito di cui entrambi fanno parte, il Likud, e con il quale da mesi, nonostante il lavoro gomito a gomito, emergono divergenze. (il Giornale)

Era successo lo stesso un anno e mezzo fa: marzo 2023, il primo ministro Netanyahu aveva deciso di cacciare lo scomodo rivale. (il manifesto)