Manovra 2025, pensioni a rischio con gli sgravi sul lavoro promessi

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QuiFinanza ECONOMIA

Mentre il governo di Giorgia Meloni lavora alla Manovra 2025, tra interventi doverosi e promesse, deve scontrarsi con i dati che rendono molto stretto lo spazio di movimento. Come sottolineato da Bankitalia nel corso dell’audizione del 7 ottobre davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, l’intenzione espressa del Piano strutturale di bilancio di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro potrebbe mettere a serio rischio l’equilibrio del sistema delle pensioni. (QuiFinanza)

Su altre testate

Bankitalia gela il governo: la crescita del Pil si ferma allo 0,8% nel 2024. "Nel quadro delle previsioni a legislazione vigente del Piano strutturale di bilancio (Psb) il Pil cresce dell'1,0 per cento quest'anno, dello 0,9 per cento nel prossimo e dell'1,1 per cento nel 2026. (la Repubblica)

Il Piano strutturale di bilancio (Psb) italiano include importanti riforme, ma presenta lacune significative riguardo le informazioni dettagliate sulla loro attuazione, in particolare per quanto concerne le scadenze. (Teleborsa)

Il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata. (Il Giornale delle PMI)

L’Istat rivede al ribasso la crescita del Pil

L’ottimismo del governo si spegne sul nascere. A poche ore dalle rassicurazioni di Giancarlo Giorgetti ai microfoni di Bloomberg, l’Istat rivede i conti al ribasso. (Italia Notizie)

Bankitalia si è “scagliata contro” gli sgravi fiscali sul lavoro, assunzioni e pro spending review presenti nel nuovo Piano strutturale di Bilancio, affermando inoltre che con la manovra la “crescita del Pil si ferma allo 0,8% nel 2024”. (Il Giornale d'Italia)

Nel secondo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nei confronti del secondo trimestre del 2023. (Il Giornale delle PMI)