Panico a bordo del volo Torino-Lamezia, comunicazioni interrotte con torre di controllo
Lamezia Terme – Un problema tecnico legato alle comunicazioni con la torre di controllo ha trasformato il volo Torino-Lamezia dello scorso 20 novembre in una vera e propria odissea. Secondo quanto ricostruito, il pilota ha dovuto temporeggiare compiendo più giri sulla città di Torino perché non riusciva a comunicare con la torre di controllo. Tutto secondo procedura, ma molti passeggeri si sono spaventati e sentiti male, anche a causa di turbolenze. (Il Lametino)
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Un volo movimentato, un equipaggio in difficoltà e una passeggera che racconta l’incubo vissuto a bordo. Il volo FR937 Torino-Lamezia Terme della compagnia Ryanair, partito ieri mattina dall’aeroporto di Torino Caselle, si è trasformato in una disavventura per i circa 180 passeggeri a bordo. (Giornale La Voce)
Odissea per il volo Ryanair FR937 in partenza da Torino Caselle in direzione Lamezia Terme. Poco dopo il decollo i passeggeri hanno iniziato a notare che qualcosa non andava: per circa mezz'ora l'aereo ha compiuto diversi giri a vuoto sulla città di Torino, incontrando tra l'altro turbolenze e vuoti d'aria che hanno creato non pochi malesseri a bordo. (Today.it)
L'incidente del volo Ryanair FR937 da Torino a Lamezia Terme ha generato momenti di forte tensione per i passeggeri, mettendo in evidenza l'importanza delle procedure di sicurezza in situazioni di emergenza. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)
E di conseguenza ci sono stati pianti, urla e panico a bordo. Decolla alle 8.20 da Torino Caselle e torna al punto di partenza dopo soli 32 minuti di viaggio: è successo mercoledì 20 novembre a un volo di Ryanair che avrebbe dovuto compiere la tratta Torino-Lamezia. (Liberoquotidiano.it)
Una vera e… È solo una delle testimonianze dei passeggeri che ieri erano sul volo Ryanair Torino-Lamezia. (Il Vibonese)
Il velivolo ha girato in tondo per cinque volte nei cieli di Torino, scatenando il panico a bordo. «Continuavamo a viaggiare, eppure sullo sfondo continuavamo a vedere la Mole e le Alpi. (Corriere della Sera)