La proposta della Lega agita la scuola: “Stipendi più alti agli insegnanti del Nord”

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altovicentinonline.it INTERNO

Dopo la bagarre sul salario minimo, è stato approvato un ordine del giorno della Lega, che ha contribuito ad agitare le acque, alimentando il botta e risposta tra maggioranza e opposizioni. Il provvedimento, firmato da Andrea Giaccone, propone di introdurre una quota variabile di stipendio pubblico, in particolare per quello degli insegnanti, che va calcolata in base al “luogo di attività”. In pratica, la proposta è quella di differenziare le retribuzioni in base al costo della vita e al potere d’acquisto della regione in cui si lavora. (altovicentinonline.it)

Su altri giornali

Quasi tutti i giornali hanno ripreso l’ordine del giorno varato dal Governo con cui si vogliono rinverdire le gabbie salariali. (Tecnica della Scuola)

Per quanto riguarda i costi della vita relativi alle città metropolitane e in particolare le aree del Nord è evidentemente un tema all’attenzione anche del sindacato perché il fenomeno del precariato che si sposta da sud a nord è un fenomeno molto diffuso. (Tecnica della Scuola)

I sindacati hanno espresso il proprio dissenso, sostenendo che il Paese non deve essere diviso, ma che occorre lavorare per arrivare ad un incremento delle retribuzioni per tutti i lavoratori della scuola. (Scuolainforma)

I sindacati della scuola respingono con forza l’idea della maggioranza di Governo di introdurre, con un ‘ordine del giorno già approvato e un disegno di legge che ha appena avviato il suo iter, gli stipendi dei docenti maggiorati solo nelle regioni dove la vita è oggettivamente più cara: contro le cosiddette ‘gabbie salariali’, i rappresentanti dei lavoratori si dicono pronti a mobilitarsi e a scendere in piazza. (Tecnica della Scuola)

Prima considerato un cavallo di battaglia esclusivo della Lega, l'opinione sulla questione sembra ora condivisa dalla maggioranza: le retribuzioni dei dipendenti pubblici e privati dovrebbero essere adeguate al contesto geografico in cui risiedono. (QuiFinanza)

Si tenta di passare dal principio dell’uguale per tutti a quello della proporzionalità su base geografica, cioè pensano di diversificare le retribuzioni nel nostro paese, così come esisteva nel dopoguerra”. (LuccaInDiretta)