Il clan di Casabona poteva contare sui “favori” di uomini in divisa

La famiglia Tallarico di Casabona poteva contare pure sulla «disponibilità» di un brigadiere dei carabinieri, oggi in pensione, e di un ex luogotenente della Guardia di finanza di Crotone che li avrebbero aiutati in particolari momenti di difficoltà. Emerge anche questo dalle carte dell'inchiesta "Nemesis" della Dda di Catanzaro che l'altro giorno ha portato i carabinieri ad arrestare dieci persone – tra e quali anche il sindaco di Casabona Francesco Seminario – considerate affiliate o colluse con la presunta cosca Tallarico. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

La notizia riportata su altri media

CASABONA – I tentacoli del clan si erano allungati, secondo quanto ricostruito nell’ambito dell’operazione Nemesis, anche sui “Diapiri salini” della frazione Zinga di Casabona, un geosito caratterizzato dalla presenza di rocce evaporitiche legate a un evento risalente a cinque, forse sei milioni di anni fa. (Quotidiano del Sud)

L’obiettivo naturalmente era farsi assegnare i lavori ma anche identificare le imprese assegnatarie, che, quindi, potessero aver bisogno di approvvigionamento di cemento e calcestruzzo. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda, a carico di dieci persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa e furto aggravato dal metodo mafioso. (Calabria News)

Operazione Nemesis a Casabona, gli inquirenti: "Stretti rapporti tra clan e politica"

Lo hanno scoperto i carabinieri, coordinati dalla procura antimafia di Catanzaro, che ha chiesto e ottenuto misure cautelari per dieci persone. (la Repubblica)

di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 10 persone (per 8 delle quali è stata adottata la custodia cautelare in carcere e 2 quella degli arresti domiciliari), gravemente indiziate, a vario titolo, per i reati, di “associazione a delinquere di tipo mafioso” “scambio elettorale politico-mafioso”, “concorso esterno in associazione mafiosa”, “furto aggravato dal metodo e dalla finalità mafiosa. (Quotidiano online)

Un’indagine articolata che avrebbe permesso di accertare le "dinamiche operative della cosca, su base familiare, e il suo completo controllo di tutte le attività del territorio oltre a contatti molto stretti con esponenti istituzionali del Comune come il sindaco, finito in carcere, e l’assessore finito invece ai domiciliari" (rispettivamente Francesco Seminario e Anselmo De Giacomo, ndr). (Il Lametino)