"Rinnegatemi", la lettera di Turetta ai genitori dopo l'omicidio di Giulia Checchettin

Rinnegatemi, la lettera di Turetta ai genitori dopo l'omicidio di Giulia Checchettin
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"Rinnegatemi", scriveva ai genitori dal carcere tedesco di Halle Filippo Turetta, l’assassino reo confesso dell’ex fidanzata 22enne Giulia Cecchettin. Dopo averla uccisa con 75 coltellate, occultò il cadavere e si diede alla fuga per poi essere rintracciato dalla polizia in Germania. "Ho peggiorato il mondo", ammette il feroce assassino consapevole di aver "perso la persona più importante della mia vita, la persona che è tutto per me e alla quale da due anni penso ininterrottamente, la persona più bella e speciale io potessi mai incontrare in tutta la vita. (Today.it)

La notizia riportata su altri media

Lasciando a chi ne ha il compito capire se le due immagini possono stare assieme, Filippo Turetta, allo stato degli atti, è quello sotto processo in Corte d'Assise a Venezia, accusato dai magistrati di aver massacrato con 75 coltellate l'ex fidanzata, Giulia Cecchettin, appena 22enne. (TG Padova)

“Rinnegatemi, non c’è perdono”. Lo scrive Filippo Turetta in una lettera inviata ai genitori pochi giorni dopo l’arresto in Germania del 19 novembre scorso, quando il 22enne si trovava nel carcere di Halle. (Casteddu Online)

Rischia di essere un grave passo indietro la decisione della Corte di Assise di Venezia di non ammettere la costituzione di parte civile delle associazioni femministe nel processo a Filippo Turetta, imputato per il femminicidio di Giulia Cecchettin. (L'HuffPost)

L'audio di Filippo Turetta, registrato dopo il femminicidio: «Giulia, che cosa ho fatto? Ho bisogno di te. Mi manchi»

"Capirei e accetterei se voi voleste dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore. Non so se ho ancora il coraggio di guardarvi in faccia". (Tiscali Notizie)

Gliel’ha chiesto il suo avvocato in vista dell’interrogatorio al quale intende sottoporsi il prossimo 25 ottobre davanti ai giudici della Corte d’Assise di Venezia. E scrive. (Corriere della Sera)

Filippo Turetta sospira, piange, si dispera. sei quello che volevo, mi manchi, mi manchi... (Corriere della Sera)